CASERTA – Aveva solo 25 anni. Era lì, come tanti, per celebrare la Festa dei Lavoratori tra musica, libertà e sogni. E invece il suo Primo Maggio si è trasformato in un incubo. Una giovane casertana è stata aggredita sessualmente da tre uomini nel cuore del tradizionale concerto in Piazza San Giovanni a Roma. Tre studenti universitari, tre carnefici, che in pochi minuti hanno devastato la fiducia e la sicurezza di una ragazza come tante.
Tre giovani, tra i 22 e i 24 anni, arrestati dopo che l’incubo si era già consumato, approfittando della folla, della confusione, della musica alta, e del silenzio complice di chi non ha visto – o ha fatto finta di non vedere. Il fatto che tutto sia accaduto in uno spazio pubblico, affollato e “sicuro”, ci sbatte in faccia una verità scomoda: nessun luogo è davvero sicuro se la cultura del rispetto non viene insegnata, pretesa, praticata.
Dov’è finita la vigilanza? Dove sono le misure di sicurezza promesse per un evento che raccoglie decine di migliaia di persone? Perché non ci sono controlli adeguati, presidi fissi, operatori in grado di intervenire in tempo reale?
Ma, soprattutto, dov’è il clamore pubblico? Dov’è l’indignazione delle istituzioni, delle forze politiche, delle voci culturali? Un silenzio assordante che pesa più delle urla della ragazza. Perché quando una donna viene aggredita così, non è solo un reato: è un’offesa alla libertà di tutte e tutti noi.-afferma Ciro Guerriero- già candidato sindaco per il 2027 al Comune di Caserta.
E a Caserta? Dov’è la solidarietà concreta della sua città? Dove sono le parole delle istituzioni locali, dei rappresentanti che si riempiono la bocca di “valori” e “diritti”, ma tacciono quando c’è da alzare la voce contro la violenza di genere?
Questo episodio non deve finire in una colonna di cronaca. Deve essere un grido collettivo. Deve diventare una battaglia politica, civile, culturale. Servono pene certe, sì. Ma anche educazione, prevenzione, e una rivoluzione culturale che non faccia più sentire sola una ragazza in mezzo a una piazza piena di gente.
Alla 25enne casertana va tutta la nostra solidarietà. Ma non basta compatire, bisogna combattere.
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