S. Prisco – L’inaugurazione del locale questa stasera, nel piccolo comune del casertano, San Prisco, quaranta minuti da Napoli (e analoga distanza anche da Piedimonte Matese, paese in cui è cresciuta Rossi, prima della fuga verso Roma, dov’era ballerina nelle discoteche della capitale).
“Io sono già qui. Vi aspetto sabato”, occhieggia lei, con un video da Instagram, indicazioni stradali e contatti. Tutto sotto l’insegna: CR, Codice Rossi.
Stesso logo sulle tende esterne e le vetrate della pizzeria. Almeno trenta i tavoli, ampie sale, capienza oltre cento persone, con tanto di marciapiedi “prenotato” per chi gusterà i piatti in piedi. Per stasera, ovvio, “offriamo noi un bel giro di pizza degustazione, ma per le prenotazioni venite da domenica, vi godrete le creazioni dello chef senza il caos del tutto gratis”, assicurano gli addetti ieri pomeriggio. La senatrice ci sarà?, chiedono alcuni vicini, lungo lo stradone. Risposta: “Assolutamente sì”.
La senatrice Maria Rosaria Rossi di Forza Italia arriva puntuale alle otto di sera, con il giornalista Claudio Calì, suo compagno.
È la madrina particolare del ristorante pizzeria «Codice Rossi» in via Stellato in cui uno dei proprietari è il figlio, Lorenzo Persici. «Già, il ristorante non appartiene a me, ma a mio fratello e a mio figlio a cui, da madre, ho voluto dare un’opportunità», precisa subito la senatrice, che stringe una pizza con il tricolore da basilico, pomodoro e mozzarella e aggiunge: «Forza Italia, sempre».
La sala da 86 coperti, con arredo e tavoli tutti rigorosamente in grigio e nero, si riempie.
A fare festa all’inaugurazione sono soprattutto concittadini della senatrice e del fratello Vittorio, originari di Piedimonte Matese. C’è, ad esempio, il gastroenterologo dell’ospedale Cardarelli di Napoli, Luigi Orsini, con la moglie, l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati sammaritani Carlo Grillo, e il consigliere regionale Alfonso Piscitelli.
Tutti qui, per fare gli auguri alla pizzeria gourmet della famiglia Rossi. Dice Vittorio Rossi: «Mia sorella non c’entra nulla con la proprietà, non so perché si è voluto tirare in ballo la sua attività politica. C’è il figlio nella proprietà, mio nipote, in un’opportunità lavorativa per lui. Ma il locale lo seguirò io, perché lui vive a Roma».
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