CASERTA – Ci sono voluti sette anni di processo ma, nella giornata del primo dicembre, il giudice monocratico Antonio Riccio (della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere) ha scritto la parola fine alla causa per diffamazione intentata dalla ex consigliera comunale Lucrezia Cicia contro Ciro Guerriero.
Per la Cicia, Guerriero l’aveva diffamata condividendo la lettera preparata dai candidati alle comunali del centrodestra che, dopo il ballottaggio del 2016 (quando Carlo Marino divenne sindaco per la prima volta battendo Riccardo Ventre al ballottaggio), la attaccarono indicandola come possibile ‘traditrice’ della coalizione a vantaggio del candidato del Pd.
Una richiesta di condanna per diffamazione e il risarcimento di 10mila euro per i danni d’immagine subiti, sempre secondo l’ex consigliera comunale.
Una guerra in Tribunale che si è conclusa con l’assoluzione di Guerriero ‘dal reato a lui contestato perchè il fatto non costituisce reato’ come ha scritto il magistrato che ha accolto la linea dell’avvocato difensore Alessandro Barbieri e che avrà 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni.
A poco, evidentemente, sono servite le spiegazioni offerte da Cicia, rappresentata dall’avvocato Dezio Ferraro, che nulla ha potuto durante le udienze.
Non è considerabile reato l’aver condiviso la legittima presa di posizione dei candidati di Riccardo Ventre (tra cui non c’era lo stesso Guerriero che era schierato invece con il candidato del terzo Polo Gianfausto Iarrobino) contro la stessa Cicia né si sarebbe potuto considerare lo stesso Guerriero, autore del testo.
Probabilmente, se la Cicia si è sentita diffamata, avrebbe dovuto denunciare chi, quel volantino diffuso in città nell’Estate 2016, lo aveva materialmente pensato e scritto e non chi si è limitato a condividerlo sui propri profili social, come ha fatto Guerriero che incassa la vittoria ed esulta. “
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