I risultati delle regionali in Lombardia e Lazio sembrano non aver avuto effetto sul Movimento 5 Stelle. Strano destino quello di Giuseppe Conte perchè si intreccia drammaticamente con quello di Carlo Calenda. La posizione anti grillina del leader di Azione, con cui condivideva il sogno e il desiderio di svuotare il Pd, rende impossibile la costituzione di una coalizione unica.
Se c’è Calenda non può esserci Conte e le regionali sono state una prova inconfutabile. In Lombardia i Cinque Stelle si sono accodati a Pierfrancesco Majorino del Partito Democratico. ll Terzo Polo è andato per i fatti suoi con Letizia ‘Bonaparte’ Moratti. In Lazio Renzi e Calenda si sono accodati a Alessio D’Amato e al Pd. I grillini sono andati a sbattere con Dorina Bianchi.
La sconfitta per i Cinque Stelle non ha interrotto la trasformazione in partito. Partito ovviamente etorodiretto dai vertici. Solo così si spiega la nomina dei cordinatori regionali e provinciali che dovranno collaborare alla gestione della ‘base’.
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