CASERTA -Pare che a Caserta abbiano inventato la formula magica per far sembrare funzionante qualcosa che, chissà, un giorno forse lo sarà davvero. Il tutto condito da forbici dorate, nastri rossi e benedizioni episcopali (non si sa mai, almeno lassù qualcuno ci metta una pezza).
“Abbiamo inaugurato un’opera di grande qualità. Questo ospedale è diventato un’eccellenza nazionale”. Così ha declamato il governatore Vincenzo De Luca, mentre probabilmente sperava che nessuno si accorgesse che per inaugurare le sale nuove hanno spogliato quelle vecchie.
Ma dettagli, suvvia: che vuoi che siano due reparti smontati qua e là? È il progresso, bellezza!
Il nuovo giocattolo si chiama “piastra operatoria ad alta tecnologia”: 8 sale chirurgiche, una ibrida, una robotica col robot “Hugo RAS” (che suona come un personaggio di Star Wars ma pare tagli piuttosto che duellare con le spade laser). Il robot è modulare a quattro bracci: praticamente un polipo di ultima generazione che promette di operare con precisione millimetrica. Se non ci fossero le liste d’attesa, uno si farebbe operare anche per farsi togliere un brufolo.
Per non farsi mancare nulla, dopo il taglio del nastro (e qualche selfie per le pagine social), il direttore generale e compagnia bella hanno guidato un tour tra sale immacolate e macchinari scintillanti, con tanto di dimostrazione robotica: giusto un assaggino, come all’Ikea quando ti fanno provare il materasso.
Ma non finisce qui, signore e signori! Ci sono cantieri ovunque: bunker di Radioterapia, Unità Spinale con piscine (probabilmente più utilizzabili delle piscine comunali), Medicina Nucleare con PET-TC e Gamma Camere. E poi ancora demolizioni, ricostruzioni, riqualificazioni, panchine con fioriere e perfino una panchina rossa, perché se non metti una panchina rossa non sei socialmente impegnato.
Alla fine, tutti in aula magna per il gran finale: discorsi, slide, ringraziamenti e qualche lacrimuccia di commozione, mentre il direttore generale ricorda a tutti che stiamo parlando di 120 milioni di euro di investimenti (che tradotto vuol dire: i cantieri dureranno più di qualche stagione politica).
Ma tranquilli, la sanità è al sicuro: se serve un posto letto, basta cercare dietro le transenne.
Che dire: ora non resta che sperare che, tra un’inaugurazione e l’altra, trovino pure qualche medico in più. Magari pure pagato. Nel frattempo, non scordiamoci di benedire anche il cantiere. Non si sa mai.
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