Si inasprisce lo scontro istituzionale tra Roma e Bruxelles attorno al concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, in programma il 27 luglio alla Reggia di Caserta. La presenza del maestro, noto per i suoi legami con il Cremlino e con il presidente Vladimir Putin, ha scatenato un duro confronto tra la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd) e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia).
Picierno ha bollato l’iniziativa come “una ferita inaccettabile per la Campania e per l’Italia”, sollecitando l’intervento immediato del Governo Meloni per fermare quello che, a suo avviso, rischia di trasformarsi in “una passerella culturale al servizio della propaganda russa”.
Il nodo centrale sollevato dalla vicepresidente dell’Europarlamento riguarda l’opportunità – sia politica che etica – di ospitare, nel cuore di una delle residenze reali più rappresentative d’Europa, un artista considerato da molti l’espressione culturale di un regime aggressore, proprio mentre è ancora in corso la guerra d’invasione in Ucraina.
La risposta di Tajani non si è fatta attendere. Da Bruxelles, dove era impegnato in incontri diplomatici, il ministro ha chiarito che il Governo non ha alcun ruolo nell’organizzazione dell’evento, precisando che l’iniziativa è stata promossa dalla Regione Campania, amministrata da Vincenzo De Luca (Pd).
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