L’ennesimo episodio di violenza nel centro storico non può passare sotto silenzio. La cosiddetta “movida selvaggia” si è trasformata in una minaccia costante per l’ordine pubblico: piazze che diventano ring da rissa, bottiglie rotte come armi e coltellate a due passi dai simboli della città.
A denunciare la situazione è Maurizio Del Rosso, coordinatore cittadino della Lega, che tra un comunicato e l’altro lancia l’allarme: “Non è solo alcol, ma mancanza di gestione seria della sicurezza urbana… servono più agenti in strada, serve sinergia tra Comune e Questura”.
Tutto vero, per carità. Peccato che ci sia un piccolo dettaglio che Del Rosso si dimentica sempre di menzionare: la sicurezza in Italia non la gestisce il Comune, ma il Ministero dell’Interno. E chi guida il Ministero dell’Interno? La Lega.
Un anno fa il trio delle meraviglie – Cangiano, Zinzi e Rubano – annunciava con squilli di tromba: “Dal ministro Piantedosi impegno per garantire sicurezza ai nostri territori”. (link)
Da allora, tra proclami e post social, l’impegno sembra essersi trasformato in un film muto. Con una sola eccezione: il video shock del deputato Zinzi, che da legislatore di governo si è riciclato in influencer della paura.
E qui la satira diventa realtà: perché il “capo” di Del Rosso non è un passante qualunque. Zinzi è parlamentare della maggioranza che sostiene il governo, quello stesso governo che ha in mano il Viminale. A Caserta ancora di più: è stato proprio il Ministero dell’Interno a sciogliere l’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose, commissariando la città. La Prefettura – che oggi comanda – risponde sempre al Viminale. Insomma: la catena di comando finisce tutta in casa Lega.
E allora, di chi è la colpa se Caserta continua a sembrare un set di Gomorra a cielo aperto? Non certo di chi siede sulle panchine, ma di chi siede sugli scranni del potere. La verità è che la città vive una percezione altissima di insicurezza e i cittadini hanno smesso di credere ai proclami. Perché quando il deputato preferisce girare reel invece di scrivere leggi e il partito che governa il Ministero dell’Interno finge di essere all’opposizione, l’unico risultato è un gigantesco autogol istituzionale
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