La politica casertana sempre più a libro paga dei padrini
CASERTA – Non si tratta di “voci”, né di illazioni: questa volta a finire agli arresti domiciliari è Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo e coordinatore provinciale di Forza Italia. L’accusa? Corruzione. Ma non una corruzione qualunque: voti in cambio di favori sugli appalti dei rifiuti, il settore che da decenni in Terra di Lavoro è la cassaforte dei clan.
Secondo la Dda di Napoli, Guida avrebbe stretto un patto indecente con Nicola Ferraro, imprenditore dei rifiuti già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e uomo ritenuto vicino ai Casalesi. Quattromila voti promessi in cambio della revoca di un appalto pubblico da tre anni. Una mercanzia di voti e appalti che fotografa perfettamente il livello di putrefazione della politica locale.
E non è un “errore di valutazione”: l’appalto era stato già bandito nel 2019, ma la revoca – secondo l’accusa – avrebbe favorito la seconda classificata, società di fatto amministrata da Aniello Ilario, finito anche lui in carcere insieme a Ferraro.
Il gip Marrone ha escluso l’aggravante mafiosa, ma il quadro resta sconvolgente: un sindaco, dirigente provinciale di partito, pronto a mettere la gestione dei rifiuti sul tavolo come merce di scambio elettorale.
Non servono giri di parole: siamo davanti all’ennesima conferma che parte della politica casertana continua a campare di clientele e inciuci con imprenditori che la giustizia ha già collocato nella zona grigia tra economia e camorra.
Intanto, i cittadini di Arienzo e di tutta la provincia restano ostaggi di un sistema marcio, dove i rifiuti diventano moneta politica e il consenso si compra col tanfo dell’immondizia.
E qui la domanda va rivolta a voi, elettori: fino a quando continuerete a dare il voto a chi vi tratta come merce di scambio? Finché non si spezza questo circolo vizioso, cambieranno i nomi ma non il sistema. E il futuro di Caserta resterà nelle mani sbagliate !
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