La Lega in Campania, in questi giorni sta vivendo un piccolo incubo social: ovvero negare l’innegabile.
Di fronte alle polemiche sui cori di Pontida – quelli sul Vesuvio che dovrebbe eruttare per distruggere Napoli, e sugli “scugnizzi terremotati che non si sono mai lavati” –Il coordinatore campano Zinzi ha provato a fare lo gnorri, scrivendo su Facebook che “non ci sono mai stati”.
Peccato che a smascherarlo, oltre ai video che girano ovunque, sia stato anche un suo stesso compagno di partito. Martedì 23 settembre, ai microfoni della Zanzara, il leghista lombardo Livio Ghidelli non solo ha confermato i cori, ma ci ha pure scherzato sopra: «Si sono sempre fatti. È normale. Sono un segno di amicizia». Una “carezza” da Nord a Sud, insomma.
E qui il problema diventa tutto di comunicazione. Se Zinzi, invece di lanciarsi nella negazione disperata, avesse avuto l’istinto di dire: «Sì, ci hanno accolto coi cori da stadio e noi abbiamo risposto cantando che Giulietta era una zoxxola», la vicenda sarebbe rientrata come un classico scambio goliardico, un po’ volgare ma tollerato, e magari avrebbe strappato persino un applauso per l’ironia.
Invece no. Zinzi ha scelto la strada del “non è successo niente”, come il terrun da vascio che, mentre il padrone lo insulta, corre a portargli mozzarelle, taralli e vino. Un errore madornale: perché nel mondo della politica, come in quello della comunicazione, non c’è nulla di peggio che farsi beccare a negare ciò che tutti hanno visto e sentito.
Così, Pontida non è stata solo l’ennesima passerella del Capitano, dei generali e dei cori da stadio, ma anche il palcoscenico della figuraccia di un coordinatore campano che avrebbe potuto cavarsela con un sorriso, e invece si è incatenato da solo alla parte del servo compiacente.
Alla Radiazza Francesca De Pescale commenta così i cori dei giovani di Pontida….ascoltate
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