Del Rosso dice: “Si votano le persone, non i simboli”.
Guerriero afferma :“Candidarsi con questa LegaNORD è un matrimonio politico, non un flirt estivo”.
Un manifesto imbrattato, una scritta rabbiosa: “Hai tradito la tua terra”. È bastata una bomboletta spray in via Laviano per accendere il dibattito sulla candidatura di Maurizio Del Rosso, coordinatore cittadino della Lega e candidato alle Regionali.
Lui risponde con indignazione, rivendicando la sua “opposizione” al centrosinistra commissariato per infiltrazioni mafiose. Ma il problema non è lo sfregio sul cartellone: è lo sfregio che la politica intera ha inflitto a questa città.
Perché qui la vera domanda è: come si può proclamarsi “innocenti” quando si è rimasti seduti fino all’ultimo secondo dell’ultimo mandato in un Consiglio Comunale sciolto per infiltrazioni mafiose? L’articolo 143 del TUEL non lascia dubbi: lo scioglimento certifica un fallimento politico e amministrativo collettivo, non il peccato originale di un singolo. Non tutti penalmente responsabili, certo. Ma politicamente sì, eccome: per omissioni, per mancata vigilanza, per scelte che hanno aperto la strada ai condizionamenti esterni.
E allora, quale credibilità ha chi oggi si ripropone come “candido” candidato? La politica non è un certificato penale pulito, è responsabilità.
E a Caserta le responsabilità sono pesanti: due dissesti finanziari, tasse al massimo da 14 anni, un Comune commissariato per mafia. Non un dettaglio.
Oggi Del Rosso dice: “Si votano le persone, non i simboli”. Ma candidarsi con la Lega è un matrimonio politico, non un flirt estivo: non puoi presentarti come “single” quando hai già scelto con chi stare. Chi vota Del Rosso, sappia che vota anche la LegaNORD, i suoi valori e le sue logiche, come confermato a PONTIDA pochi giorni fa.
Il punto allora non è la scritta spray, ma la scritta invisibile che la storia ha inciso su Palazzo Castropignano: responsabilità collettiva. Continuare a candidare gli stessi nomi, con le stesse dinamiche, significa perpetuare lo stesso tradimento: quello verso noi cittadini.
Caserta non ha bisogno di slogan vendicativi sui muri, ma di discontinuità vera. E di politici che abbiano il coraggio di dire: “Abbiamo fallito”. Non di quelli che, dopo aver condiviso il pasto, oggi si dichiarano vegetariani.















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