CASERTA – In politica, si sa, c’è chi scende in campo e chi resta in panchina. E poi c’è Lucrezia Cicia: ancora in stand-by, come un vecchio modem 56k che fischia ma non si connette. Intanto, mentre lei ci pensa su, Rino Ventrone e Gianfausto Iarrobino hanno già lucidato le scarpe per la campagna elettorale in quota Psi.
La truppa di Luigi Bosco, che gioca ad “Azione” ma senza simbolo (perché Calenda lo ha scaricato manco fosse un vecchio Nokia), deve inventarsi una lista: o con i socialisti o con i riformisti di Manfredi e Cesaro junior, figlio di Giggino ’a purpetta. Scenario più probabile? Bosco in braccio ai socialisti, con quattro nomi belli freschi.
Tra questi spunta Giovanni Iovino, vicesindaco di Cellole, e Nicola Esposito, il ras di Lusciano: da sempre gregario di Zannini, ora scalpita da capitano. Il problema è che senza Zannini, Nicola rischia di essere come un attaccante senza pallone: corre tanto, ma la palla non arriva mai.
Sul fronte rosa, invece, c’è il derby infinito: Teresa Ucciero contro Caterino Sagliano. La prima è la Maradona delle candidature: sempre in campo, a prescindere. La seconda, reduce da “Noi Campani”, cerca la rivincita. A decidere chi avrà la fascia rosa sarà Bosco, che però pare più confuso di un turista giapponese alla Reggia senza Google Maps.
Non manca l’ex presidente del consiglio comunale Angelo Polverino, targato AN ai tempi che furono: perché in queste liste, si sa, l’usato sicuro piace sempre.
E poi ci sono i riformisti di Manfredi, dove spunta Maria Luigia Iodice (con cui Bosco non vuole avere nulla a che fare) e Pietro Smarrazzo, che nel 2020 di voti ne prese più di quanto qualcuno oggi voglia ricordare.
Insomma, la solita minestra riscaldata: stand-by, ballottaggi interni e vecchi rancori riciclati. Bosco intanto medita, i socialisti si contano e gli elettori… beh, quelli aspettano lo spettacolo, che si preannuncia degno di una commedia napoletana.
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