ZINZI BENEDICE TUTTI MA TIFA (PIANO) PER I SUOI INTANTO GLI ALTRI OTTO SI CONTANO COME I DIECI PICCOLI INDIANI… CON UN COMMISSARIO CHE FA IL PRETE E IL BECCHINO DEL PARTITO
CASERTA – Otto candidati, una sola poltrona e una Lega che sembra più un’arena di wrestling che un partito.
Il titolo della prossima fiction politica casertana potrebbe essere: “Zinzi e i suoi fedelissimi – Amori, tradimenti e preferenze incrociate”.
Sul ring delle Regionali si profila un duello all’ultimo voto tra Antonella Piccerillo e Massimo Grimaldi, i due uscenti che si guardano in cagnesco da settimane, mentre dietro di loro i restanti sei papabili sgomitano sperando in un miracolo… o in un errore di calcolo.
La Piccerillo, ormai marchiata come “zinziana doc”, gioca la carta della fedeltà: ha stretto patti tattici con Rany Pagano (Casaluce) e Pasquale Salzillo (Marcianise), creando un piccolo “cartello elettorale” da manuale di sopravvivenza politica.
Grimaldi, più navigato, si tiene accanto Daniela Nugnes, ex assessora regionale di Mondragone, che sa come muoversi nei corridoi. Ma in molti sospettano che, più che un’alleanza, la loro sia una tregua armata.
Poi ci sono i comprimari: Augusto Bisceglia da Aversa, instancabile ma ancora in zona retrovie; Maurizio Del Rosso, leghista di Caserta che sogna di passare dal partito al Comune come un novello Gattopardo; e Teresa Nicoletti, vicesindaco di Sparanise, new entry di cui si dice “buona ma non pervenuta”.
E Zinzi? Il commissario regionale e provinciale predica imparzialità come un parroco in campagna elettorale, ma i bene informati giurano che la sua benedizione più sincera sia per Piccerillo & Friends.
Solo che nel partito c’è chi non ci sta e, pur di farlo rosicare, sarebbe pronto a votare Grimaldi anche solo per fargli lo “sgarro” politico.
La Lega casertana, infatti, è più spaccata di una mozzarella lasciata al sole: da una parte i “zinziani”, dall’altra i “dissidenti del Vallo”, capitanati (più o meno) da Valentino Grant e Salvatore Mastroianni, ex coordinatore provinciale defenestrato con un sorriso e una pacca sulla spalla.
Mastroianni, dicono, non avrebbe ancora digerito l’esonero e starebbe preparando la vendetta elettorale proprio appoggiando – guarda caso – Grimaldi.
Dietro le quinte, Zinzi gioca la partita più delicata: mantenere il controllo di un partito che, tra ex amici e falsi alleati, sembra una riunione di condominio con il notaio.
Ma se i suoi calcoli saltano, Caserta rischia di ritrovarsi con una Lega più divisa di prima, e un commissario che da arbitro finisce per fare anche il becchino.
In sintesi: la campagna elettorale è appena iniziata, ma già si vedono le trincee.
Da una parte la Piccerillo con la benedizione del “Don” Zinzi, dall’altra Grimaldi con la spinta dei rancorosi, nel mezzo otto candidati che corrono per vincere… o almeno per non restare senza un posto a tavola.
E se la Lega casertana fosse davvero una famiglia, sarebbe di certo una famiglia all’italiana:
“Fratelli coltelli, cognati traditori e commissari che sorridono… ma contano i voti con la calcolatrice sotto la tonaca di Alberto da Giussano il condottiero (forse mai esistito), simbolo di 35 anni di Lega.”
Lascia un commento