CASERTA – Nuovo rinvio per il processo che vede imputati ex amministratori, dirigenti comunali e imprenditori casertani nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pubblici pilotati al Comune di Caserta, un’indagine che aveva portato prima all’arrivo della commissione d’accesso e poi allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Carlo Marino.
L’udienza preliminare, fissata per oggi davanti al GUP Maria Pasqualina Gaudiano, è stata rinviata al mese di gennaio 2026.
A determinare il rinvio è stata una questione di natura tecnica: la difesa dell’ingegnere Franco Biondi ha chiesto un interrogatorio in udienza preliminare, ma la richiesta non è stata accolta per la mancanza della fonoregistrazione, dovuta a un deposito tardivo dell’istanza. Un passaggio formale che, tuttavia, ha costretto il giudice a spostare in avanti la discussione.
Intanto, secondo fonti giudiziarie, l’ex assessore Massimiliano Marzo avrebbe deciso di optare per il rito abbreviato, scelta che comporterebbe uno sconto di pena in caso di condanna.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, aveva portato anche all’arresto – poi revocato dal Tribunale del Riesame – dello stesso Marzo. Al centro delle indagini, una serie di affidamenti sospetti per la manutenzione del verde pubblico, delle scuole d’infanzia e del canile municipale.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli ex assessori Emiliano Casale e Massimiliano Marzo avrebbero promesso l’assegnazione di lavori a imprenditori locali in cambio di sostegno elettorale durante la campagna comunale del 2021.
Oltre ai due ex assessori, rischiano il rinvio a giudizio anche i dirigenti comunali Franco Biondi e Giovanni Natale, i dipendenti Giuseppe Porfidia e Gaetano Di Tora, il collaboratore politico Magdi Khachermi e gli imprenditori Gioacchino Rivetti, Gennaro Rondinone (difeso dall’avvocato Giuseppe Foglia), Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta.
Il processo, che si preannuncia lungo e complesso, punta a chiarire il sistema di relazioni tra politica, burocrazia e affari che avrebbe condizionato l’assegnazione di diversi appalti pubblici nel capoluogo. Una vicenda che, a distanza di anni, continua a pesare come un macigno sull’immagine istituzionale della città.
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