CASERTA – Mentre le temperature sfiorano i 40 gradi e le allerte per il caldo investono l’intero territorio nazionale, a Caserta c’è chi è costretto a sopravvivere – letteralmente – in corsia senza neanche un condizionatore acceso. Succede questo anche nel reparto di ortopedia dell’AORN di Caserta, dove pazienti ricoverati, spesso con gravi patologie, devono affrontare giornate e notti di sofferenza, aggravate dall’assenza di un sistema di climatizzazione funzionante.
Le segnalazioni dei familiari e del personale sanitario parlano chiaro: aria irrespirabile, finestre spalancate nel vano tentativo di trovare sollievo, sudore, malumori e condizioni al limite della decenza. Una situazione che definire “disagio” è riduttivo. In una struttura che dovrebbe tutelare la salute, si rischia di comprometterla ulteriormente per l’incapacità – o la volontà politica – di garantire servizi basilari come l’aria condizionata.
Pazienti fragili dimenticati nel silenzio istituzionale
A farne le spese sono soprattutto i più fragili: anziani, operati, persone immobilizzate a letto, già provate nel fisico e nello spirito. Ma a quanto pare, la priorità non è il loro benessere, bensì far quadrare i conti con i soliti tagli alla sanità, che continuano a colpire nel punto più debole, ovvero l’assistenza quotidiana.
Mentre si stanziano fondi per progetti faraonici, non si trovano le risorse per garantire un microclima dignitoso in ospedale, durante uno dei mesi più caldi dell’anno. Un paradosso tutto italiano, ma che a Caserta ha assunto i contorni dell’inaccettabile.
Una domanda chiara: chi è responsabile?
A chi spetta il compito di intervenire? Alla direzione generale dell’ospedale, al commissario regionale alla sanità, agli assessori che si alternano in giunta? L’unica certezza è che mentre la burocrazia resta in silenzio, i cittadini soffrono. E con loro anche medici e infermieri, costretti a lavorare in condizioni estreme che mettono a dura prova anche la loro operatività.
È legittimo domandarsi dove finiscono i soldi pubblici, quelli delle nostre tasse, se non si riesce nemmeno a garantire aria fresca a chi è costretto a letto da un intervento o da una frattura. E se questo è lo stato dell’arte a Caserta, quanti altri reparti, quanti altri ospedali, vivono situazioni analoghe nel silenzio più totale?
L’emergenza non è solo il caldo: è l’indifferenza
‘In un Paese che ama proclamare la sanità come “un diritto universale”, ogni paziente dimenticato in un letto rovente è una sconfitta per l’intero sistema sanitario. Non servono passerelle politiche o slogan elettorali: servono risposte concrete, subito. Perché un ospedale senza aria condizionata non è un luogo di cura, ma l’emblema di un declino che non può più essere tollerato.’dichiara il paziente Paolo Sforza.
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