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“Caseificio Carditello”: Specialità Ricotta al Torrone e concorsi alla crema

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In provincia di Caserta la produzione casearia politica è in forte espansione: tra DOP, DOC, DOH! e bancarelle da fiera di paese, la fondazione Carditello è diventata lo spaccio preferito della ricotta di partito.

Parliamoci chiaro: a Caserta la ricotta la sanno fare tutti. Chi con arte, chi con abuso d’arte, chi con abuso e basta. Da destra a sinistra, passando per gli ex grillini ormai convertiti alla crema di centrosinistra, nessuno si sottrae al rito antico del cagliamento politico. La differenza? Alcuni riescono a spacciare il loro prodotto come alta gastronomia, altri sembrano più orientati al banco dei salumi alla festa patronale, versione sagra del favoritismo.

Ricotta a 5 stelle (ormai PD inside)

Una volta c’erano quelli del Movimento 5 Stelle che dicevano “smantelleremo il sistema pezzo per pezzo”. Poi hanno capito che smontare è faticoso, meglio sedersi e mescolare la cagliata con chi il sistema lo munge da anni. Risultato: la ricotta 5S oggi è perfettamente confezionata col marchio del PD. Anzi, è il PD che detta le dosi e corregge l’acidità: un bel prodotto da tavola istituzionale, con tanto di cartellino trasparente e saluti dalla commissione.

Fratelli d’Italia: la fame vien mangiando

Poi c’è la destra. Quelli che la ricotta non la sanno fare ma se la mangiano lo stesso. Fame antica, fame nera. Prendete Gimmi Cangiano, per anni portabandiera della destra invisibile in Campania, ai tempi in cui FdI valeva meno di un parcheggio al centro storico. Nessuna lista presentata, zero visibilità, ma contatti ovunque: un ninja della politica a caccia di posticini in liste altrui. Poi Giorgia è esplosa e con lei anche il mini impero di Gimmi. Finalmente un ente di cui occuparsi, soldi da distribuire, eventi da gestire: la Fondazione Carditello diventa la sua bancarella preferita.

Carditello: dalla cultura alla porchetta

Che cosa succede a Carditello? Di tutto. Cachet per presentatrici televisive (una a caso: Denny Mendez, guarda caso l’accompagna del Gimmi), mobilifici amici che ricevono finanziamenti pubblici, e ora anche assunzioni strategiche da concorso d’annata. Il tutto tra spettacoli estivi, mortadella e sorrisi a favore di flash.

E mentre la Fondazione si gonfia di PNRR e di retorica, partono i concorsi, si fa per dire. Pochi partecipanti, molti conoscenti. Angelantonio Pezone, architetto, ex candidato comunale a Parete (paese del candidato Luigi Roma, pupillo di Cangiano), si piazza primo. Un caso? Certo. Come no. Il segnale è chiaro: se voti bene, lavori meglio.

Bancarella del torrone, specialità regionali

E quando non si riesce nemmeno a truccare bene il concorso? Si boccia l’unico candidato, come nel caso dell’impiegato amministrativo. Un solo concorrente? Non era quello giusto. Rimandato. Nuovo bando, nuova speranza, nuova trippa. E nel frattempo si assumono custodi, operai, Pezone (pare un altro), tanto per fare compagnia alla ricotta che stagiona.

Trasparenza? No grazie, torni domani

Dov’è finito tutto questo sul sito ufficiale della fondazione? Da nessuna parte. Sezione “Amministrazione Trasparente” deserta. Eppure, la legge parla chiaro: atti, bandi, commissioni, tutto va pubblicato. Presidente Maddaloni, lei che viene dalla Camera di Commercio di Napoli, dovrebbe conoscerle queste regole. Glielo diciamo con garbo: pubblichi i documenti o rischia di aver nominato un RUP fuorilegge.

E la politica? Pane, provolone e regionali

Intanto si avvicinano le elezioni regionali e il vero sapore della ricotta di Carditello diventa sempre più deciso: promesse, favoritismi, segnalazioni. Tutto perfettamente condito da un partito che, invece di costruire una squadra, si affida a due o tre amichetti da bancarella.

Chiedetelo ad Arianna Meloni, se questo è il modo di presentarsi agli elettori. Ma magari lo farà Denny Mendez, nel prossimo evento a Carditello, mentre serve tartine ai consiglieri.

  
     
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