CASERTA –Altro che emergenza occasionale: al Pronto soccorso dell’ospedale di Caserta è andata in scena, per l’ennesima volta, la notte dell’abbandono istituzionale. Dalle prime ore notturne un afflusso fuori controllo di pazienti ha mandato in tilt medici e infermieri, già allo stremo, costretti a lavorare in condizioni al limite della dignità professionale e umana.
Il dato che fa rabbrividire: oltre 20 pazienti parcheggiati questa mattina sulle barelle nei corridoi, in attesa di un posto letto che semplicemente non c’è. Non per un blackout improvviso, ma per una carenza strutturale cronica che tutti conoscono e che nessuno risolve.
Nei corridoi dell’ospedale si consuma così una doppia emergenza: da un lato pazienti che attendono cure in condizioni improponibili, dall’altro infermieri costretti a un super lavoro disumano, chiamati a seguire contemporaneamente chi è già accatastato sulle barelle e chi continua ad arrivare senza sosta dal territorio. Una corsa contro il tempo, contro la stanchezza e contro un sistema che fa finta di non vedere.
Il problema, come sempre, è noto: organici ridotti all’osso, turni massacranti, personale insufficiente rispetto ai carichi reali. E mentre si moltiplicano convegni, annunci e promesse, al Pronto soccorso di Caserta si continua a tamponare l’emergenza con il sacrificio di chi lavora e di chi soffre.
Questa non è più una criticità: è una vergogna reiterata, consumata nel silenzio di chi dovrebbe garantire il diritto alla salute e invece lascia medici, infermieri e pazienti a cavarsela da soli. E la domanda, sempre la stessa, resta sospesa nei corridoi: quanto ancora deve reggere questo sistema prima di crollare del tutto?














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