CASERTA – Nell’inerzia della fase commissariale, la manutenzione stradale a Caserta vive un momento critico. L’accordo quadro triennale per il rifacimento di strade e marciapiedi, salutato inizialmente come un passo importante per la città, si è trasformato in una promessa disattesa. Dopo l’esaurimento dei 300mila euro previsti dal primo contratto, si attendeva una nuova ripartenza, ma i lavori restano bloccati o procedono a rilento. Intanto, la città si sfalda.
Il centro storico: biglietto da visita in frantumi
Le principali arterie urbane, da viale Ellittico a piazza Garibaldi, passando per viale Douhet, sono in condizioni disastrose. Mattonelle sconnesse, buche croniche e continui rattoppi in asfalto rovinano anche la storica pavimentazione di piazza Gramsci e corso Trieste. Zone centrali, frequentate ogni giorno da residenti e turisti, si presentano come un mosaico rotto e trascurato. Il decoro urbano, di fatto, non è più garantito.
Quartieri al collasso: la mappa del dissesto
Le segnalazioni arrivano da ogni angolo della città. In via Ruggiero, via Turati, via Battistessa, via Renella (dove si sono aperte nuove voragini), e in viale Medaglie d’Oro, il fondo stradale è ormai instabile. Stessa sorte per largo Quintavalle, via Laviano, via dei Bersaglieri, oltre ai quartieri residenziali di Acquaviva e Parco Cerasole.
Neanche le borgate storiche vengono risparmiate: Tuoro, Casolla, Santa Barbara e Garzano necessitano interventi urgenti. La situazione è tale da sollevare dubbi non solo sulla manutenzione, ma anche sull’intero sistema di monitoraggio del territorio.
Sottoservizi al collasso: sotto l’asfalto, il vuoto
Ma la vera emergenza è nascosta. Sotto l’asfalto che si sgretola, si cela un dissesto strutturale ancor più grave: quello della rete dei sottoservizi. In via Unità d’Italia, il cedimento dello spartitraffico è visibile a occhio nudo. Scene simili si ripetono in via Escrivà, all’incrocio tra via Falcone e via Willy Brandt, in via Alois e in largo Amico, dove si teme una chiusura totale della carreggiata per rischio sprofondamento. A via Tescione e sull’ex provinciale San Leucio-Vaccheria, oggi comunale, si intrecciano problemi strutturali e contenziosi legali sull’appalto delle fogne.
Un appalto da 12,3 milioni e una vertenza da milioni di euro
Proprio lungo la strada collinare, percorsa quotidianamente da residenti e mezzi pesanti, il cedimento del fondo stradale è sotto osservazione da mesi. Qui, il Raggruppamento temporaneo d’imprese Zeta Costruzioni–Italiana Lavori, protagonista di un maxi appalto da 12,3 milioni di euro, ha avviato una vertenza legale contro il Comune, chiedendo la risoluzione del contratto per inadempienze e un risarcimento milionario.
Promesse disattese, cittadini esasperati
Mentre le imprese e il Comune si sfidano in tribunale, i cittadini attendono risposte. L’accordo quadro triennale prometteva interventi tempestivi e servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Eppure, le segnalazioni rimangono inevase. Il caso di via Mazzini è emblematico: nonostante i lavori eseguiti e la parziale chiusura della carreggiata, i problemi restano irrisolti. Anzi, peggiorano.
Dubbi irrisolti e sorveglianza assente
A ciò si aggiungono le opacità mai chiarite dall’amministrazione uscente sulla qualità degli interventi, l’effettiva operatività delle imprese e il controllo sull’esecuzione dei lavori. Le interrogazioni consiliari e le denunce delle opposizioni, spesso ignorate, oggi assumono un peso maggiore. Soprattutto perché in gioco non c’è solo il decoro urbano, ma la sicurezza di migliaia di persone.
Il compito dei commissari: agire subito
Tocca ora ai commissari straordinari, chiamati a gestire l’ente in questa delicata transizione, affrontare una questione che non è più solo tecnica: è una priorità pubblica, urgente e trasversale. Dai residenti agli studenti, dai lavoratori ai turisti, nessuno è escluso dal pericolo quotidiano che rappresentano queste strade abbandonate.
I fondi ci sono, i progetti pure. Ma finché non si torna a vigilare davvero sull’efficacia dei cantieri e sulla qualità delle opere, Caserta continuerà a cadere a pezzi, con buona pace delle promesse triennali e delle rassicurazioni di facciata.
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