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Caserta, tra slogan e responsabilità politiche: il caso Zinzi

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Chi delinque non è il benvenuto. A Caserta nessun genitore deve vivere con la paura che i propri figli possano trovarsi nel mezzo di una rissa in pieno centro. La città è di chi la rispetta e la sicurezza è la migliore garanzia di libertà: per questo difendere le nostre strade significa proteggere le famiglie, i giovani e il futuro della nostra comunità. #SicurezzaèLibertà“.
Parole forti, che potrebbero appartenere a qualsiasi cittadino indignato e desideroso di maggiore sicurezza econtrollo del territorio. In realtà, a pronunciarle – attraverso un post su Facebook – è stato Gianpiero Zinzi, deputato della Lega alla Camera, già candidato sindaco di Caserta ed ex consigliere comunale di minoranza dal novembre 2021 al marzo 2023.
Zinzi, leader del centrodestra in consiglio comunale, è stato alla guida di un gruppo di consiglieri che, fino all’ultimo giorno della consiliatura, hanno partecipato a ogni seduta, legittimando politicamente anche provvedimenti non urgenti, adottati dall’amministrazione Marino. E qui nasce la domanda: come può un
deputato, ex candidato sindaco ed ex consigliere comunale di un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose parlare oggi di sicurezza e degrado cittadino senza un’assunzione di responsabilità politica sul proprio operato?
Parole come quelle del post potrebbero infatti essere legittimamente pronunciate da un cittadino comune, privo di precedenti incarichi elettivi, ma suonano ben diverse se arrivano da un politico di professione che ha fatto parte del meccanismo amministrativo cittadino.
Basta ricordare un altro post dello stesso Zinzi, pubblicato nel novembre 2021 durante la prima seduta del consiglio comunale: “Resto in consiglio per onorare la fiducia dei 13mila casertani. Faremo un’opposizione seria, pronta a vigilare su ogni singolo atto senza sconti”. Allora accanto a lui sedevano i consiglieri di
minoranza Alessio Dello Stritto, Maurizio Del Rosso, Fabio Schiavo, Donato Aspromonte, Paolo Santonastaso e Pasquale Napoletano, poi sostituito da Di Caprio dopo le dimissioni di Zinzi.
Per il momento, il cittadino Ciro Guerriero già candidato sindaco di Caserta si chiede se quella promessa di “opposizione vigile” sia stata mantenuta e
con quale efficacia. Perché, di fronte alla nuova campagna social riassunta nell’hashtag #SicurezzaèLibertà,resta il dubbio che si tratti dell’ennesimo slogan elettorale, più che di una riflessione autocritica sullagestione del proprio ruolo in passato. Dov’era quando il cittadino Guerriero segnalava in tempi non sospetti esempio aprile del 2023 denunciava (https://www.casertakeste.it/movida-da-incubo-a-caserta-via-vico-folle-rissa-tra-giovani/) e quando interveniva a sedare una rissa (https://casertace.net/movida-violenta-seda-la-rissa-ma-viene-condotto-al-comando-dei-vigili-urbani-accusato-di-procurato-allarme-lamarezza-di-ciro-guerriero/) lo risponderà a breve in una pubblica piazza lui o qualche suo pupillo candidato….
Il punto è chiaro: Caserta non può permettersi una politica fatta di hashtag senza assunzione diresponsabilità. Chi ha rappresentato la città, ieri come oggi, non può sottrarsi al giudizio sul proprio operato.

  
     
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