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Caso all’ Ospedale di Sessa A. chiuso reparto di pediatria

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Dopo la chiusura del punto nascita, un altro duro colpo colpisce l’Ospedale San Rocco: il reparto di Pediatria è, di fatto, non più operativo. Una realtà difficile da accettare per un’intera comunità che, da anni, si vede sottrarre servizi essenziali, in un progressivo ridimensionamento che ha ormai assunto i contorni di una vera e propria desertificazione sanitaria. Ad oggi, la Pediatria non garantisce più ricoveri. Il reparto è tecnicamente ancora presente, ma non funziona a pieno regime. È rimasto in servizio solo un medico pediatra, dirigente responsabile. Gli altri pediatri, impiegati presso altri presidi ospedalieri, si rendono disponibili per consulenze solo quando liberi dai rispettivi incarichi altrove. In pratica, si tratta di un’attività residuale, priva di continuità assistenziale e quindi non in grado di rispondere ai bisogni reali del territorio. La conseguenza è una sola: per famiglie e bambini, la pediatria a Sessa Aurunca non esiste più. Se non ci sono più ricoveri, se l’assistenza è affidata a un unico medico e ad alcune consulenze saltuarie, si può affermare senza esitazioni che il reparto è chiuso. Anche se non formalmente, nei fatti non è più in grado di offrire alcun tipo di sicurezza sanitaria pediatrica. Il caso del San Rocco è emblematico di un fenomeno più ampio: la progressiva marginalizzazione degli ospedali periferici. Dimensionamenti, accorpamenti, chiusure silenziose. A Sessa Aurunca, parlare di “sanità di serie B” è forse persino generoso. Perché qui non si tratta di servizi meno efficienti o di qualche carenza organizzativa: si tratta di reparti interi cancellati, di emergenze affidate al caso, di mamme costrette a partorire a decine di chilometri di distanza, di bambini che non trovano più un pediatra disponibile nel proprio ospedale. Il ridimensionamento dell’Ospedale San Rocco non è frutto del caso. È il risultato di una strategia politica e gestionale che, negli anni, ha sistematicamente spinto verso la centralizzazione delle cure, trascurando le esigenze delle comunità locali. Le promesse di potenziamento dei servizi territoriali non hanno avuto seguito. I cittadini, disillusi, parlano ormai apertamente di “abbandono”

  
     
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