Altro che crociata della legalità: Edmondo Cirielli, candidato presidente del centrodestra in Campania, questa volta sceglie la strategia zen.
Mentre nella lista “Fico Presidente” spunta un’ex indagata Virginia Crovella, ( link) accusata di truffa sui fondi per i migranti (sei milioni di euro, mica noccioline), lui il duro e puro meloniano resta in silenzio.
Una calma sospetta, quasi religiosa. Forse perché, come dicono i bene informati dei corridoi salernitani, anche tra le sue liste qualche nome da cronaca giudiziaria vintage non manca. D’altronde, in Campania, tra un’indagine archiviata e una prescrizione affettuosa, nessuno è davvero vergine politicamente parlando, s’intende.
Cirielli, ex carabiniere col pedigree istituzionale, osserva e tace. Mentre il suo staff comunica solo frasi di circostanza tipo “noi guardiamo ai programmi, non alle persone” (che in politica, tradotto, vuol dire: non toccate il mazzo, che le carte sono le stesse).
Nel frattempo, Fico difende la sua candidata dell’ex Canapificio come esempio di “impegno sociale”, e la sinistra replica con il solito mantra: “..un fatto e’ archiviato e’ tanquam non esset…..”
Già, ma quando l’indagato è di destra si parla di scandalo, quando è di sinistra molte è “un equivoco burocratico”.
E così, in questa Campania da campagna elettorale permanente, le liste sembrano più un album di figurine del Tribunale: tra rinvii a giudizio, assoluzioni annunciate e ricorsi in appello, la vera sfida non è chi governerà la Regione… ma chi arriverà in aula prima, il Consiglio o il Tribunale.
Intanto, Cirielli resta in silenzio. Forse per stile, forse per prudenza. O forse come sussurra un candidato sindaco malizioso perché sa che la differenza tra “indagato” e “alleato” è solo una firma sotto il simbolo giusto.
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