Parco del Corso, Piazza Sant’Anna, con piazza Correra di fronte, divise da via Roma, continua a vivere come uno dei due poli della “clessidra” della movida degradata casertana. Qui la notte si alternano episodi di violenza, abuso di alcol e consumo di droghe: una sabbia che scivola da una parte all’altra a seconda di chi occupa lo spazio. In Piazza Aldo Moro(p.co del corso) è calato il buio, si rispaccia, si scontrano i ‘maranza’ e sappiamo per certo, che vi domora un rappresentante dello Stato
Se in piazza Sant’Anna oggi regna un’apparente quiete, tra un bar che tira tardi e pochi avventori pomeridiani, lo scenario cambia quando cala il sole. A fare da cornice al Santuario ci sono gruppetti di immigrati che occupano le panchine e la presenza fissa di Mara, 59 anni, rumena, senza fissa dimora, che ha trasformato una panchina e qualche transenna in una sorta di dimora improvvisata.
La situazione, che si ripete da mesi, è diventata simbolo di un degrado urbano che stride con il valore religioso e storico della piazza dedicata alla Santa patrona. I cittadini chiedono sicurezza, decoro e soluzioni concrete, mentre i lavori all’ex ospedale civile – destinato a ospitare il Comando provinciale – promettono in futuro un cambio di passo.
Sul tema è intervenuto anche il candidato sindaco Guerriero, che ha dichiarato:
“Non possiamo voltare la faccia di fronte a chi vive a reddito zero. A queste persone va restituita dignità attraverso percorsi di inserimento, case popolari e lavoro vero, non assistenzialismo fine a sé stesso. Si avverta a chi pensa di trasformare la nostra città in terreno di spaccio, violenza o degrado deve sapere che con me sindaco non ci sarà tolleranza: per chi delinque, soprattutto se irregolare, la risposta sarà una sola, l’espulsione. Caserta deve tornare a essere una comunità solidale ma anche sicura, che tutela i più deboli senza piegarsi all’illegalità.”
Un messaggio chiaro che punta a distinguere tra chi ha bisogno di aiuto e chi invece alimenta insicurezza e criminalità. Piazza Sant’Anna in primis diventa così il simbolo di una sfida più ampia: restituire decoro, sicurezza e speranza al cuore della città, senza tralasciare le periferie.
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