Caserta – Quella con Antonio Crispino, imprenditore che non necessità di presentazioni (in città lo conoscono tutti e sono tutti già divisi sulle barricate pro o contro di lui), non è un intervista ma un ragionamento che approda, almeno per il momento allo sconforto.
L’occasione di contattarlo è la presa di posizione social su uno degli articoli di Cronache con cui si discuteva il problema della posizione di Confindustria Caserta in vista delle prossime comunali. L’associazione degli industriali casertani, con una nota a firma del presidente Gianluigi Traettino, ha infatti fatto sapere di non ritenersi coinvolta, direttamente, nella tenzone elettorale.
Una posizione che, alle orecchie di Antonio Crispino, che di Confindustria Caserta è stato anche il leader, suona come una vera e propria ritirata inaccettabile Per Crispino, il fatto che Confindustria non sia soggetto propositivo, in questa fase pre elettorale, è invece un elemento negativo.
Se alle carenze della politica sommiamo l’inerzia delle imprese, questo il senso del ragionamento, vuol dire che siamo arrivati all’assuefazione alla attuale situazione malgrado tutti i limiti gestionali che si manifestano in città.
“Non condivido la posizione di Traettino perchè Confindustria dovrebbe essere portatrice di progetti di sviluppo per la città – specifica Antonio Crispino – mi meraviglio che non si faccia una distinzione tra l’appoggiare una candidatura politica e il fare una proposta progettuale che coinvolga la politica nell’interesse di Caserta.
Attorno ad una progettazione credibile si costruisce una squadra e si dialoga con la città per rintracciare il profilo più adatto a rappresentarla”.
Un’idea che, però, è rimasta lettera morta e che non è stata accolta, nè dai vertici confindustriali, né dalla politica, con cui Antonio Crispino ha avuto a che fare. Proprio per la sua frequentazione dei ‘piani alti’ della politica, e di Fratelli d’Italia in particolare, è d’obbligo chiedergli in che stato vede il centrodestra casertano.
“Il problema riguarda tutti, in verità, e affonda le sue radici nella fine dei partiti. Senza partiti non c’è selezione della classe dirigente, non c’è formazione e non c’è competenza. Gli incapaci sono arrivati a controllare i partiti e a chiuderli al confronto e al dibattito. Le ultime regionali sono state un esempio: la vittoria delle liste civiche e la sconfitta dei partiti.
Ho scritto una lettera a Giorgia Meloni e le ho fatto sapere che, contrariamente ai sondaggi nazionali che la danno al 16%, in Campania la situazione è drammatica con un partito al 5%, segno che esiste un problema”.
A queste parole, già riferite dallo stesso Crispino nel mare magnum dei social, viene da pensare che la rottura si sia consumata, tra Crispino e la dirigenza di Fratelli d’Italia, sulla sua mancata candidatura a Sindaco, ma qui Crispino è spiazzante. “Quantunque sia in grado e saprei come rilanciare la nostra città, non mi posso candidare a Sindaco. Ho – continua Crispino – troppi conflitti per via dei miei interessi imprenditoriali in città che non mi consentono di impegnarmi direttamente”.
Qualche sostegno, però, arriverà per le forze in campo? Difficile a dirsi per ora il rifiuto è totale. “Nessuno mi pare in grado di affrontare questo ‘dopoguerra’ – questo il termine scelto – ci sarebbe bisogno di una guida saggia e di giovani volenterosi”.
Per saggi Crispino intende 70enni professionisti che possano insegnare nell’azione politica alle nuove generazioni.
“Nomi non ne faccio per rispetto delle persone ma è ora di capire che il modello ‘Di Maio’ del tutti possono diventare tutto è profondamente sbagliato e genera una gestione amministrativa che non riesce a garantire – specifica in riferimento a Caserta – le condizioni minime di vivibilità”.
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