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De Luca non è il re taumaturgo, quando sostiene «abbiamo fatto miracoli»

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Una cosa è chiara fin d’ora: non c’è stato alcun miracolo nella gestione della pandemia da Coronavirus in Campania. Vincenzo De Luca non è il re taumaturgo, quando sostiene «abbiamo fatto miracoli» semplicemente dice una bugia a scopo di propaganda politico- elettorale.

 Oggi siamo in Fase 3, abbiamo ancora la strizza perché ipotizziamo una ripresa dei contagi a settembre-ottobre, ma nel frattempo è finito il blocco delle attività, la mascherina è calata e con essa è calata anche la maschera sulle tante inefficienze nazionali e locali.

Puntiamo il faro sulla Campania: in questi giorni la regione che ha fatto meno tamponi di tutte le grandi regioni d’Italia vive la paura di un focolaio di Covid a Mondragone (Caserta).

De Luca se la prende con la Bulgaria, invoca l’esercito e la polizia e oggi, venerdì 26, nella sua settimanale diretta social via Facebook farà sicuramente fuoco e fiamme. Perché c’è sempre un nemico, c’è sempre qualcuno da colpire, un aggettivo da affibbiare, altrimenti lo show si inceppa come il suo famoso lanciafiamme e non fa avanti la campagna elettorale dello Sceriffo.

Sulla gestione dell’emergenza Coronavirus in Campania, parlano le inchieste, parlano le carte, parlano le notizie: il “veggente degli appalti” all’Ospedale del Mare (documentato) imbarazza la Regione Campania, i suoi dirigenti, l’Asl Napoli 1 nella persona del suo capo, Ciro Verdoliva e gli alleati dell’ex sindaco di Salerno, in primis il Partito Democratico della Campania e Italia Viva di Matteo Renzi.

Nessun miracolo, nessun capolavoro di buona gestione amministrativa: bisogna dirlo ora, senza puntare al fatto che il tempo è galantuomo.

Perché, se è vero com’è vero che la storia la scrivono i vincitori, che il potere distorce a suo piacimento le vicende e la loro percezione, allora è giusto far oggi i conti con queste realtà.

La prima è che la risposta securitaria alla pandemia in Campania è fallita (Mondragone insegna, ma non solo) e ci siamo salvati soprattutto per la paura di finire nel terrificante meccanismo della sanità regionale.

 La seconda realtà è che ci sono molte ombre di tipo procedurale e amministrativo sulla gestione dei soldi in tempo di emergenza sanitaria Covid-19 in Campania.

E su quest’ultimo aspetto occorrerà capire chi ha riso e chi ha pianto durante i giorni del contagio nella nostra amata regione.

 

  
     
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