Fa discutere il video pubblicato recentemente sui social da un ragazzo che racconta la sua esperienza a Rimini come animatore. Il motivo? La paga oraria bassa e le pessime condizioni igienico sanitarie dell’alloggio. Il giovane si riprende mentre è alla stazione di Rimini in attesa del treno che lo riporti a casa. «Sono a Rimini, dovevo fare l’animatore, ma sto scappando via perché non ho alcuna intenzione di vivere in un alloggio da schifo ed essere pagato una miseria».
Nel video il ragazzo, di nome Gilberto, mostra anche alcune foto scattate alla mansarda in cui avrebbe dovuto dormire e del bagno dove si vedono chiare macchie di muffa. E poi continua: «Ditemi voi se vi sembra normale per 650 euro al mese vivere in una situazione del genere, sottopagato, sfruttato e prendendomi le peggiori malattie».
La paga da fame
Gilberto avrebbe dovuto lavorare per un mese come animatore presso una struttura a 4 stelle in zona Viserbella, a Rimini. Il contratto firmato dal ragazzo prevedeva 45 ore a settimana per 1.300 euro circa, ma con vitto e alloggio da scalare dallo stipendio. Dunque, alla fine del mese, Gilberto avrebbe lavorato full time per una paga di appena 630 euro, per una cifra di circa 3 euro netti all’ora. Ad assumere iI giovane, però, non sarebbe stato l’hotel ma l’agenzia Peter Pan Animazione che, mediante la Servipan Italia srl, si occupa di gestire i servizi di animazione in appalto di vari resort in Italia e all’estero.
Le testimonianze
Il video di Gilberto è solo una delle tante testimonianze che confermano l’esistenza di rapporti lavorativi scorretti e dinamiche poco gratificanti per il lavoratore. Altri due ragazzi hanno raccontato a CasertaKeste.it la propria esperienza come animatori presso lo stesso hotel, confermando le accuse di Gilberto. Alberto, uno dei giovani intervistati da Casertakeste.it, racconta che gli è stato detratto dallo stipendio anche 60 euro di divisa. «Io ho lavorato un paio di settimane e me ne sono andato perché mi hanno messo a lavorare un sacco di ore in più rispetto a quanto pattuito, ad esempio durante i pranzi dovevo servire bambini, sparecchiare i loro posti e quant’altro, ma nel mentre io non sarei stato pagato perché secondo loro stavo in pausa pranzo, pausa che però per noi durava anche meno di 10 minuti. Dopo che mi sono dimesso e ho ricevuto la busta paga ho anche scoperto che mi sono stati detratti dallo stipendio i soldi per la divisa, 60 euro, che io ho usato letteralmente un paio di settimane ed era intatta». Le nostre strutture sul litorale domizio fanno lo stesso?
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