Il Biodigestore, non solo è in forte ritardo, come tutti sanno, ma che a causa delle scelte scellerate di Marino la nostra prossima Amministrazione comunale non potrà fare marcia indietro senza incorrere in un danno erariale. Cosa che sarebbe insostenibile per le casse dell’Ente.Un obbrobrio ambientale, estremamente impattante, che avrà inevitabili ripercussioni negative su un’area densamente popolata e che, data l’ampiezza, finirà sicuramente per “accogliere” i rifiuti umidi di tanti altri comuni della Regione Campania.
Intanto l’accozzaglia di liste sia a destra che a sinistra stanno prendendo vita, com’è di è di solare evidenza sono dei veri e propri comitati d’affari, per non parlare di liste travestite da civiche che devono rispondere ai ‘padroni della città’.
Amici lettori non bisogna tralasciare alcune considerazioni di natura politica
“I Sindaci di Recale, Casagiove, San Nicola e Capodrise – dice – sono nettamente contrari alla realizzazione del Biodigestore sia perche’ il Sindaco Carlo non ha mantenuto la promessa di consultarli , sia perche’ dalla realizzazione di un tale progetto essi non avranno alcun guadagno né sottoforma di risparmio, né di ristoro.
La responsabilità sulla mancata attuazione del piano ricade in campo al Sindaco di Marcianise Velardi che da quasi un anno è Presidente dell’EdA Rifiuti e non ha aperto neanche una sede né inviato un fax: niente! Quanto a Marino, oltre ad aver disatteso il mandato del Consiglio Comunale del 9/11/16 che chiedeva il coinvolgimento dei Viciniori, va detto che quando Del Gaudio propose lo stesso impatto a Ponteselice vi si scagliò contro.
Inoltre non può promettere nulla ai casertani, atteso che non è lui a decidere le tariffe. Il Sindaco di Caserta non puo’ dichiarare di abbassare le tariffe, che , invece, vengono decise dall’Ato .Né tantomeno può parlare di rischio emergenza monnezza, atteso che l’umido rappresenta solo una piccola frazione e, quindi, anche il risparmio che pure ci sarebbe per le casse del Comune sarebbe abbastanza ridotto”.
” Il tema è che il Sindaco non può fare promesse e che i rischi ambientali sono elevatissimi- continua il Consulente delle Commissioni Regionali Ambiente e Terra dei Fuochi – poiché se l’impianto andasse in blocco per mezza giornata gli odori arriverebbero ovunque. Va fatto presente, inoltre, che non c’è alcun obbligo per il Capoluogo o per il Suo comprensorio, né convenienza alcuna poiché l’impianto sarà gestito dal pubblico e le tariffe di conferimento calmierate e rese uniformi, quindi tutti i Comuni della Provincia pagheranno la medesima tariffa per lo smaltimento che non ha alcuna ricaduta sui costi del servizio di raccolta dei rifiuti.
Piuttosto: sarà in difficoltà se non riuscirà a farlo (perché è già fuori tempo massimo) e dovrà comunque pagare la Società incaricata del Piano di fattibilità.
Come compenserà gli effetti sul traffico a Caserta Nord, su Viale Carlo III, e sulla sosta dei turisti su Piazza Carlo III?”.
” Questi impianti – conclude – non dovrebbero puzzare ma se vi fate un giro in rete trovate casi come quello di Vicenza: <<Ondate intermittenti di odore che rendono a volte l’aria irrespirabile specie di primo mattino e a tarda sera emesse dal biodigestore anaerobico della zona industriale e percepibili fin quasi in centro paese: è quanto lamentano da due mesi con crescente disagio e timori per la salute i residenti delle vie Ca’ d’Oro e Filzi che hanno affollato un mercoledì sera l’incontro convocato in Municipio dal Comune per esaminare il problema. Il biodigestore è stato realizzato quattro anni fa con un project financing da Berica Utilya spa che gestisce la raccolta dei rifiuti in diversi Comuni dell’area….>>. Inoltre va considerato che essendo l’unico impianto pubblico della Campania, ben presto diventerebbe (come è Acerra) il punto di riferimento e ad ogni chiusura di impianti privati, il Prefetto lo indicherebbe come soluzione e dovrebbe accettare quantitativi maggiori che si andrebbero ad accumulare sui piazzali sommando miasmi a emissioni odorigene forti.
Infine va chiarito che nessun impianto del genere è mai stato autorizzato in Provincia di Caserta e che l’ultimo tentativo risale all’impianto di Alife”….kestè
”
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