CASERTA – Dopo gli oltre 40° dei giorni scorsi, oggi in strada le temperature oscillano oggi attorno al 33°C, la minima di 22°C, e lo zero termico si attesterà a 4185m. Sotto i portici, in qualche buio sottoscala o al riparo di un ponte, ci sono loro: le persone senza fissa dimora (VIDEO). Li abbiamo visti quest’inverno che se ne stanno avvolti in cumuli di coperte, buste e stoviglie incrostate. I più fortunati dormivano sopra un materassino, “ammesso che stanotte non me lo rubino”, ci racconta Paolino, un clochard stazionato in Via Cesare Battisti. Ai meno fortunati tocca dormire su un cartone nell’atrio di un negozio dismesso. “Qui fuori, per noi, è un po’ come la giungla. Ci rubano le cose e spesso subiamo anche della violenza senza motivo”, borbotta. Quando cala il sole, infatti, la notte porta pericoli. E il nemico numero uno, per chi vive in strada, sarà nuovamente il freddo, anche se combattere questo nemico (per fortuna) non sono da soli. Oggi 25 ci fermiamo in tre tappe diverse, tutte in centro, ma che non possiamo citare per motivi di sicurezza. I senzatetto sono tre donne e sei uomini tra i 40 e i 60 anni. Daria e Giulia delle nostre simpatizzanti, conoscono il protocollo a memoria: si avvicinano con calma, cercano di essere il meno invadenti possibile. E, solo dopo essere stati riconosciuti, si inginocchiano davanti ai senzatetto per assicurarsi che stiano bene, chiedere di cosa hanno bisogno e infine, dopo una lunga conversazione, ricordargli che un posto per dormire ci sarebbe. Ma se il posto c’è, allora perché dormire all’aperto?
“Non basta dire che c’è la possibilità di offrire loro un posto letto: per tanti motivi queste persone spesso rifiutano di essere aiutate”, precisa Ciro Guerriero.”Per loro entrare in una struttura comporta delle limitazioni, come la convivenza con più persone con età e provenienze diverse”. Un altro motivo di scoraggiamento riguarda gli orari delle strutture, dato che l’ingresso è consentito dopo le 19 e bisogna lasciare il dormitorio entro le 9 del mattino. “Anche la presenza delle figure educative e il doversi interfacciare con loro è motivo di ostacolo”, puntualizza Daniela, la coordinatrice di CKè
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