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Il Bullismo tra Realtà e Riflessione: Un Fenomeno in Crescita”

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a cura della  Dr.ssa Anna De Luca Pedagogista

Immaginate un ragazzo con il suo motorino, in attesa dei suoi amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi si avvicina e, senza alcun preavviso, lo picchiano selvaggiamente per rubargli il motorino. Questo episodio drammatico è solo un esempio di come il bullismo possa manifestarsi in modi estremi e violenti, un fenomeno che continua a crescere nonostante i numerosi progetti e le iniziative nelle scuole per affrontarlo. Questo apparente paradosso può essere spiegato attraverso diverse ragioni interconnesse.
In primo luogo, l’efficacia dei programmi di prevenzione è spesso limitata. Molti di questi programmi non riescono a coinvolgere attivamente tutti gli studenti, in particolare quelli più vulnerabili. La mancanza di continuità e di formazione adeguata per gli educatori può ridurre significativamente l’impatto degli interventi. Così, gli studenti possono non ricevere il supporto necessario per affrontare e prevenire situazioni di bullismo.
In secondo luogo, l’uso diffuso dei social media ha aperto la strada a nuove forme di bullismo, come il cyberbullismo, che possono sfuggire a un controllo diretto da parte delle istituzioni scolastiche. In questo contesto, le dinamiche di aggressività si amplificano, rendendo più difficile la loro gestione e permettendo che episodi di bullismo si diffondano oltre le mura scolastiche.
A ciò si aggiunge la cultura del silenzio che pervade molte scuole. Molti giovani si sentono riluttanti a segnalare episodi di bullismo, temendo ritorsioni o stigmatizzazione. Questo silenzio perpetua il ciclo del bullismo, complicando ulteriormente la possibilità per le scuole di affrontare il problema in modo efficace.
In questo scenario, è fondamentale considerare che il bullismo non è solo un problema scolastico, ma un riflesso di una società violenta. Quando la violenza è normalizzata nei media e nelle interazioni sociali, i giovani interiorizzano questi modelli comportamentali e li ripropongono nelle loro relazioni. Le dinamiche di aggressività e prevaricazione permeano le relazioni quotidiane, influenzando negativamente il modo in cui gli adolescenti si rapportano tra loro.
Inoltre, gli adolescenti vivono in un contesto sociale complesso, dove le pressioni per conformarsi e affermarsi possono spingerli a comportamenti aggressivi. Anche in presenza di programmi di prevenzione, le pressioni sociali e ambientali possono influenzare negativamente le loro interazioni. È cruciale affrontare le radici di questo problema, promuovendo valori di rispetto, empatia e dialogo.
Un altro elemento fondamentale è il coinvolgimento delle famiglie. È essenziale che i genitori siano attivamente coinvolti nella lotta contro il bullismo. Se non riconoscono o non affrontano il problema, gli sforzi delle scuole possono risultare insufficienti e inefficaci.
Per ottenere risultati duraturi, è necessario un approccio integrato che coinvolga non solo le scuole, ma anche le famiglie e la comunità. Creare una rete di supporto che promuova valori di rispetto e inclusione è fondamentale per affrontare questo fenomeno in modo completo.
In conclusione, solo intervenendo sulle cause profonde possiamo sperare di costruire una società più giusta e pacifica, in cui ogni giovane possa crescere in un ambiente sano e protettivo. L’impegno collettivo di scuole, famiglie e comunità è indispensabile per garantire un futuro migliore per i nostri giovani, promuovendo un ambiente in cui possano prosperare e svilupparsi in modo positivo.

Dr.ssa Anna De Luca Pedagogista

  
     
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