Roberto Salis, padre di Ilaria Salis (che è stata formalmente eletta al parlamento europeo) che dà del “nano mammolo” al Presidente del Consiglio.
Abbiamo capito da chi ha imparato il rispetto delle istituzioni la figlia ‘modello’ pardon monella.
Insultare il presidente del Consiglio in qualità di padre di una europarlamentare, che al momento non ha ancora parlato nonostante abbia accesso ai social, rischia di qualificare in partenza l’eventuale percorso di Salis in Europa. Ma in realtà ecco cosa è successo.
Roberto Salis ha sfidato in campo aperto il premier Giorgia Meloni. L’ingegnere si può definire come il king maker dell’elezione dell’esponente dei centri sociali milanesi, colui che le ha fatto la vera campagna elettorale, questa notte ha difeso (non inaspettatamente) la figlia ma poi ha affondato il colpo. “È il momento di vedere le istituzioni che fanno quello che dovrebbero fare per difendere un cittadino“. E poi ha aggiunto: “Se ci fosse la Thatcher in questo momento a capo del governo, sicuramente risolverebbe la situazione nel giro di tre ore. Se al posto della Thatcher c’è il Nano Mammolo, questa roba probabilmente andrà avanti in eterno. Per cui bisogna capire nelle istituzioni italiane se c’è una persona come la Thatcher o come il Nano Mammolo“.
Si riferiva a Giorgia Meloni? Impossibile dirlo, ma facile immaginarlo. Visto peraltro che spesso la premier viene additata per la sua altezza non esattamente slanciata, cosa su cui peraltro lei stessa ha scherzato con Enrico Mentana durante l’intervista a La7. Il punto qui è un altro: nell’Italia benpensante e politicamente correttissima, un riferimento simile a Elly Schlein, magari giocando su qualche sui difettuccio fisico, magare proferito da Roberto Vannacci, avrebbe scatenato le penne dei più fini intellettuali italiani. Invece papà Salis scivola sul nano mammolo e tutto tace. Chissà perché.
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