La Corte di Cassazione, oggi ha depositato le motivazioni della sentenza con cui ha rigettato il ricorso dell’imprenditore nel settore dei rifiuti, Alberto Di Nardi che aveva impugnato il provvedimento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere con cui venivano sottoposti sotto sequestro, i soldi riconducibili alla società “Dhi Di Nardi Holding Industriale” di Pastorano, per l’omesso versamento, circa 800 mila euro, relativi a tributi dell’anno 2013.
Gli ermellini della Suprema Corte di Cassazione, hanno rigettato le motivazioni adottate nel ricorso dal Di Nardi, circa la mancanza di liquidità della società, per cui il fatto sarebbe stato commesso per cause di forza maggiore. Infatti, Di Nardi si è limitato ad eccepire “la sussistenza della causa di forza maggiore nonché a ribadire la “crisi di liquidità” senza soffermarsi però in alcun modo sulla concreta sussistenza dei parametri esplicativi della pretesa non punibilità dell’omesso versamento, affermano i giudici della Terza Sezione presieduta da Giulio Sarno, allegando certificazioni di crediti maturati successivamente al periodo d’imposta. Sicché il ricorso è rimasto del tutto carente della necessaria specificità richiesta per legge, essendo pertanto, come già anticipato, inammissibile”.
Di Nardi ha impugnato anche il sequestro di beni personali, dolendo l’omissione di verifiche su beni della società (camion e soldi). Istanza che è stata rigettata essendo successiva al sequestro e quindi tardiva. Quindi il ricorso è stato respinto.
La società di Alberto Di Nardi gestisce il servizio in undici città della provincia di Caserta, tra cui Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada, Cesa, Frignano, Carinaro, Camigliano, Pontelatone, Roccaromana, Teverola, Bellona, Lusciano e San Tammaro .
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