CASERTA – Dopo sei anni alla guida della Reggia di Caserta, si chiude l’esperienza di Tiziana Maffei alla direzione di uno dei siti culturali più iconici d’Italia. Un mandato iniziato il 1° luglio 2019 e caratterizzato da una gestione complessa, tra importanti traguardi raggiunti, ambiziose progettualità e alcune criticità che hanno animato il dibattito pubblico.
Nel corso del suo incarico, Maffei – esperta di sicurezza museale e figura di primo piano nel panorama culturale nazionale, già presidente e ora vicepresidente di ICOM Italia – ha puntato su una visione a lungo termine per il rilancio della Reggia. I numeri sembrano darle ragione: nel 2024 il sito ha sfiorato il milione di ingressi, segnando una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. Un aumento trainato in parte anche dal ritorno in grande stile delle visite scolastiche, che in determinati periodi dell’anno costituiscono una fetta rilevante del pubblico.
Tra i riconoscimenti ottenuti, spicca il premio City’Scape per la gestione sostenibile del Parco Reale. Sul piano della conservazione, va sottolineato il completamento del restauro della Gran Galleria e l’avvio di un progetto innovativo: la trasformazione dell’ex convento dei Passionisti in un hub culturale. Risultati che si accompagnano a una riorganizzazione dell’organigramma interno e a una maggiore trasparenza nella programmazione, elementi che testimoniano l’intenzione di imprimere un cambiamento strutturale alla gestione del sito.
Tuttavia, non sono mancate le ombre. La cura del Parco Reale è stata oggetto di osservazioni critiche da parte di esperti del settore: agronomi, architetti e storici hanno segnalato pratiche discutibili nella gestione del verde, come potature considerate scorrette e piante morte lasciate in loco. Secondo fonti giornalistiche, una segnalazione formale in merito sarebbe giunta anche al Ministero della Cultura, denunciando possibili danni irreversibili a un patrimonio botanico unico.
Altre criticità hanno riguardato ritardi amministrativi, chiusure straordinarie e comunicazioni ritenute talvolta poco chiare da parte di operatori e cittadini. In questo senso, un bilancio completo avrebbe potuto includere anche la voce delle guide turistiche e degli operatori che quotidianamente interagiscono con il pubblico e sono testimoni diretti dell’efficienza – o delle mancanze – del sistema di accoglienza e valorizzazione.
Con la conclusione di questo ciclo, la Reggia di Caserta si trova oggi di fronte a un bivio: proseguire lungo il percorso tracciato da Maffei o ricalibrarne le strategie. Quel che è certo è che il sito, patrimonio UNESCO, è tornato al centro del panorama culturale nazionale e internazionale. Resta ora da capire chi sarà chiamato a raccoglierne il testimone e con quale visione per il futuro.
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