CASERTA – A distanza di quaranta giorni dalla chiusura dell’unica piscina olimpionica di Caserta, in via Laviano, non possiamo che denunciare con forza l’assurdità e la gravità di quanto sta accadendo. Parliamo di un impianto pubblico, di proprietà della Provincia, fondamentale per centinaia di famiglie, per bambini – molti dei quali con disabilità – che attraverso lo sport trovavano un punto di riferimento, un’occasione di crescita, di cura, di inclusione. Ma tutto questo sembra non valere nulla per chi amministra.
Avevamo accennato in un precedente articolo alla questione della SCIA, ma ora i dettagli sono chiari e la verità è sconcertante: la piscina è chiusa perché la Provincia, semplicemente, non ha fatto il suo dovere.
Nel 2018, l’amministrazione provinciale presenta una SCIA antincendio per la palestra e la centrale termica. Un atto necessario, previsto dalla legge, per garantire la sicurezza. Una procedura con validità quinquennale, dunque scaduta nel 2023. Ma qui comincia il consueto teatrino dell’assurdo.
Rinnovare quella SCIA sarebbe stato semplice, quasi banale: bastava rivolgersi a un tecnico abilitato (codice 818) per procedere con un’asseverazione e ottenere il rinnovo automatico. Ma no, l’Ufficio Tecnico della Provincia – sì, proprio quello già noto ai nostri lettori per le sue frequentazioni con gare truccate e appalti pilotati – non ha mosso un dito.
E così, quando ad aprile una plafoniera cade rovinosamente all’interno dell’impianto e arrivano i vigili del fuoco, oltre al pericolo materiale si scopre la bomba burocratica: la SCIA è scaduta da un anno e nessuno ha fatto nulla.
Che fa allora la Provincia? Il solito scaricabarile. Rilascia una dichiarazione frettolosa e inconsistente: “Abbiamo riparato il lampione, tutto a posto”. Una presa in giro. I vigili del fuoco, giustamente, rispediscono al mittente questa farsa e ribadiscono il punto: senza SCIA, l’impianto non può riaprire. Punto.
Non solo: poiché il mancato rinnovo configura una violazione seria, i vigili – che svolgono anche funzioni di polizia giudiziaria – denunciano il tutto alla Procura, in base alla legge Finanziaria del 1994. Il risultato? Un’inchiesta è partita, e pare che il nome del funzionario responsabile sia già stato iscritto nel registro degli indagati.
Siamo davanti a un fatto gravissimo afferma Ciro Guerriero: per due anni la piscina ha operato senza la necessaria certificazione antincendio, mettendo potenzialmente a rischio centinaia di utenti. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Quello che emerge con violenza è l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza, dell’indifferenza, dell’incuria con cui la Provincia di Caserta – in combutta con l’AGIS, l’ente con cui “gestisce” gli impianti sportivi – affronta il proprio mandato.
Chi pagherà per questo disastro? Chi restituirà ai bambini e alle famiglie il diritto allo sport negato? Chi si assumerà la responsabilità di questo fallimento?
Noi, oggi piu’ di ieri continueremo a vigilare. E a denunciare.
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