Caserta – Sta prendendo corpo, anima e forma, in queste settimane, la coalizione che potrebbe sfidare il sindaco uscente Carlo Marino. A farne parte dovrebbero essere i partiti di centrodestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega (e presumibilmente anche Caserta nel Cuore), uniti a Italia Viva, Noi Campani. agli uomini di Oliviero e a quelli della coppia Zannini-Luserta (salvo recuperi da parte del sindaco Marino).
Mentre la politica si attavola ai vari tavoli e tavolini, i leader trattano, e sul serio, per costruire questo raggruppamento che appare alquanto anomalo e ideologicamente inqualificabile.
Il modello potrebbe però essere quello napoletano dove i partiti di centrodestra si sono fatti da parte proponendo un modello di liste civiche d’area per candidare il magistrato Catello Maresca. Ovviamente, siccome la politica è morta, non si parte dai programmi ma dall’uomo dietro cui incolonnare tutti i simboli e tutti i candidati.
E qui, come per tutti gli altri tavoli ancora in piedi (chi con maggiore e chi con minore credibilità), sarebbe sorto il problema. Italia Viva chiede che a capeggiare la coalizone sia il capogruppo consiliare uscente, già candidato per la lista Quarto Polo, il medico Gianfausto Iarrobino che di questo è consapevole e che non si tirerebbe indietro di fronte ad una proposta del genere.
Ma il nome di Iarrobino non piace a parte del centrodestra, e nemmeno alle altre anime di centrosinistra. Archiviate le proposte ‘retrò’ di Ubaldo Greco e Giovanni Mancino, e quelle ‘naif’, alla Pietro Falco, i fari li ha presi in mano Luigi Bosco, leader provinciale del movimento ‘Noi Campani’, il gruppo di Clemente Mastella.
La voce più autorevole in provincia di Caserta resta quella di Maria Luigia Iodice (che dei Mastella è amica da tanti anni e che con Bosco vorrebbe togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo il tentativo di Steve Stellato di detronizzarla da Palazzo Santa Lucia) ma il nome fatto da Bosco è credibile.
Il candidato dietro cui mettere le liste e i simboli sarebbe quello del presidente della Camera di Commercio Tommaso De Simone. Il nome di De Simone è stato buttato sul tavolo ma non pare in grado di ribaltare un esito elettorale che pare scontato.
Nel centrodestra ci sono solo macerie e tutti i partiti stanno riscontrando una oggettiva difficoltà ad aggregare i nomi per le liste. Del Gaudio o farà il sindaco del centrodestra o andrà contro il centrodestra. Guerriero con Caserta Kest’è tira dritto come un treno, senza fare sconti a nessuno. E’ cosciente che pur essendo apprezzato, si potrebbe non scegliere il suo nome, anche se i leader di partito gli lasciano intendere che è un degno papabile, ed è nella rosa dei nomi. Lui oramai forgiato dalle esperienze vissute, non si fida dei ‘vecchi’ politici che fino ad oggi lo hanno solo ‘sedotto’ e salutato dopo i loro successi. Le liste che si avvicinano al movimento che cresce di consensi quotidianamente, vengono messe in standby. I vari portatori di voti sono in fuga. De Simone, è vero, è trasversale ma questo rischia di essere più un problema che non altro. Di conflitto di interessi si potrebbe parlare rispetto al tema del turismo, con la vicenda del carrozzone traettiniano ‘CasertaWelcome’ e della sua propaggine elettorale, quel movimento IofirmoperCaserta per nulla convinto dalla candidatura di Raffaele Giovine. Di conflitto si potrebbe anche accennare alle molteplici iniziative con Confindustria su altri fronti, oltre quello del turismo, così come per altri enti e organizzazioni (tra tutte l’affaire ‘enoteca provinciale’). Insomma ‘De Simone sindaco’ se ne può parlare, sempre che una candidatura non confligga con ambizioni più ‘alte’, verso Napoli e oltre.
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