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La violenza non si ferma durante la Movida

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Caserta – La movida  è oramai fuori controllo: una calca di centinaia di giovani, appiccicati gli uni agli altri, bicchieri di vetro e bottiglie in mano. Poi all’improvviso partono insulti, schiaffi e pugni. Calci senza pietà nei fianchi anche quando l’altro a terra. E alla fine l’intervento dell’ambulanza. Scene di follia che non hanno un bel niente di ordinario. Scene purtroppo già viste in un passato non lontanissimo che rendono invivibile il centro storico. Soprattutto per chi ci lavora, ci vive e per le famiglie che vorrebbero passare una serata con i bambini senza ritrovarsi nel far west. Lo ha denunciato leader di Ckè, che con alcuni genitori sono costretti ormai a fare da sceriffi della notte. Anche ieri un  17enne  fermato dalla polizia mentre era intento a picchiare  un 15enne di Maddaloni.

Condotto in questura è andato in escandescenza colpendo un agente di Marcianise costringendolo alle cure in ospedale.

Per il poliziotto dieci giorni di prognosi. L’autore di questi deplorevoli gesti è stato denunciato per minacce, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale.

Il 17enne è stato sottoposto a Daspo urbano vista anche l’inosservanza delle restrizioni a suo carico.  Il ragazzo  già noto alle forze dell’ordine è stato già protagonista di episodi del genere.

Il quadro è disastroso: “Risse e violenza sono all’ordine del giorno. Il fattore comune è la maleducazione portata all’eccesso dall’abuso di alcol. Dai tavoli dei locali i clienti cantano e intonano cori da stadio senza che nessuno dica loro di contenersi. E’ un susseguirsi di persone, uomini e donne, che si calano i pantaloni sotto le nostre finestre. Giovani e meno giovani vengono a vomitare a più riprese per poi tornare barcollando verso i locali per ricominciare a bere e poi di nuovo da capo. In gruppi si radunano nei vicoli o sui marciapiedi, con bicchieri e bottiglie di alcolici. I più organizzati si accompagnano con la musica, con casse portatili o dalla radio di una macchina parcheggiata, cantano e ballano”.
Scene che i residenti osservano come spettatori impotenti dalle finestre, svegliati dalle grida, minacciati se provano a chiedere il rispetto del silenzio. C’è un senso diffuso di impunità. “Sempre più spesso vediamo ragazzi e adulti scambiarsi soldi e bustine. Siamo esasperati di fronte al degrado, all’impossibilità di dormire, all’impotenza e al silenzio delle istituzioni. Dobbiamo forse prendere a sassate la gente sotto le nostre finestre?

Neppure dopo la morte del giovane Gennaro si ha avuto il coraggio di prendere provvedimenti efficaci?”.
L’unico silenzio che si sente, secondo Caserta Kest’è , è quello delle istituzioni, del sindaco e del prefetto a cui si sono appellati: “Abbiamo ricevuto solo sceneggiate con interforze per 2 o 3 sabato di fila e poi, un silenzio inspiegabile e sconfortante”. La misura, insomma, è colma. “Arrivati a questo punto servono misure drastiche ed efficaci e servono subito. Misure che il sindaco, garante per legge della salute dei cittadini, ha il potere e il dovere di imporre, ma non ai commercianti, ma che fino ad ora, per quanto ne sappiamo, non ha mai nemmeno preso in considerazione”.

  
     
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