A firma di Vincenzo Menna. È a questo architetto che fu dato l’incarico di progettare il Palazzo delle Regie Poste e Telegrafi nel centro di Caserta. Lo stesso Menna è anche firmatario del piano regolatore della città. In quell’edificio, Poste Italiane sta completando il trasferimento di gran parte degli uffici che da oltre vent’anni erano stati dislocati altrove, quindi delle Gestioni operative e del settore commerciale della divisione Mercato Privati, e dalla Saint Gobain di Risorse umane, Affari legali, Punto amministrativo, Fraud management, Controllo interno, Mipa, Postepay Spa e Filatelia.
OGGI
Si tratta quindi di un ritorno alla sua vita più sincera, totale, movimentata. È di tre piani, più il seminterrato, con vincoli della Soprintendenza per l’evidente valore storico-architettonico. E sono previsti 112 lavoratori per svolgere tutte le mansioni necessarie.
Ma il trasferimento non è solo di personale e di servizi, seppur imponente e determinante. Riguarda pure gli archivi, come quello immenso dei buoni fruttiferi e di cinquant’anni di risparmi dei cittadini in 5 mila cassette.
Il restauro e il risanamento delle facciate è già di qualche anno fa. Quanto sta per accadere sembra mettere finalmente un punto agli anni di traslochi e chiusure della sede che tutti in città hanno continuato a definire centrale.
Nel 2001, telegrafo e uffici direttivi sono stati spostati nel complesso di viale Ellittico per poi trovare un’ulteriore accoglienza negli spazi dell’ex Saint Gobain. Nel palazzo del centro cittadino, invece, è rimasto aperto al pubblico solo il piano terra, e numerose sono state le chiusure per i lavori sia interni che esterni, con quella del maggio del 2019 che aveva portato più di un disagio per il momentaneo trasferimento dei servizi nella sede di corso Giannone.
IL FUTURO
L’ultima comunicazione di Poste Italiane ribalta completamente questo passato e apre anche a una prospettiva futura. Il ritorno nell’edificio storico rappresenta allora un vantaggio in termini organizzativi e probabilmente la fine delle preoccupazioni per dipendenti, residenti e commercianti. Ma che il centro cittadino riacquisti questa dimensione passata va pure letto in un’ottica di rivitalizzazione dell’area, quindi maggiore flusso di persone e, di conseguenza, un’economia più interessante per le attività commerciali.
LA STORIA
Era il 1914 quando il Ministero e il Comune si misero d’accordo per edificare il nuovo palazzo tra piazza Duomo, piazza Ruggiero e via del Redentore. C’era una domanda importante da parte di cittadini e commercianti, ed era necessario che la risposta fosse adeguata. Nel 1926, la provincia di Caserta contava 335.467 vaglia emessi (37.889.744 lire) che le valevano il quindicesimo posto nazionale per quantità e il diciottesimo per importo. In termini di posizioni, Terra di Lavoro era al diciassettesimo e al ventesimo piazzamento per vaglia pagati (280.266) e per importo (30.934.787). Insomma, la vita cresceva, e così pure le economie e la richiesta di servizi.
LA SPESA
Dalla Relazione Finanziaria relativa al 1925-26, si apprende anche che c’era una fiorente attività di spedizione dei pacchi, soprattutto di libri spediti dalle case editrici.
E per l’invio dei volumi c’era già un costo ridotto, tant’è che, nella relazione stessa, si legge: «il minore gettito delle tasse trova largo e confortevole compenso in una maggior cultura e più elevata coscienza della collettività». Si parla di 150 mila pacchi consegnati, 50 mila dei quali in ufficio e i restanti a domicilio.
I lavori durarono dieci anni, dal 1916 al 1926 (si brindò all’inaugurazione il 5 settembre), e richiesero anche l’abbattimento di una costruzione annessa alla Chiesa del Redentore e di una porzione della chiesa stessa.
Per chi volesse divertirsi a trovare le differenze, la piantina di quella costruzione prevedeva il grande salone per il pubblico nella parte centrale del piano terra, con gli uffici dell’economato a sinistra e quelli per telegrafi e telefoni a destra.
Direzione, segreteria, ragioneria e una parte della cassa erano al primo piano, mentre al secondo c’erano il deposito e altre postazioni per i dipendenti.
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