CASERTA – Prosegue la battaglia legale dell’ex sindaco Carlo Marino contro lo scioglimento del consiglio comunale di Caserta per presunte infiltrazioni mafiose. Il Tar del Lazio, pur respingendo la richiesta di sospensiva immediata avanzata dai legali del primo cittadino uscente, ha riconosciuto l’urgenza del ricorso e ordinato al Ministero dell’Interno, alla Prefettura e alla Presidenza del Consiglio di depositare entro 45 giorni tutta la documentazione integrale relativa al caso, inclusi gli atti secretati, purché nel rispetto delle tutele previste per i documenti sensibili.
L’ordinanza, pubblicata il 10 luglio, fissa l’udienza pubblica al 25 febbraio 2026 e richiama la necessità di un’istruttoria completa, trasparente e non parziale. Secondo i giudici amministrativi, sarà fondamentale che tutte le carte – anche quelle finora sottratte al contraddittorio – siano rese disponibili per permettere una valutazione approfondita della legittimità del decreto presidenziale del 23 aprile, con cui è stato formalmente sciolto il consiglio.
La posizione di Marino: “Una misura ingiusta e dannosa per l’immagine della città”
Il ricorso, presentato dagli avvocati Lentini e Police, contesta la parzialità e incompletezza degli atti utilizzati per giustificare lo scioglimento. Per Marino, si tratta di una “mezza vittoria”: non è stata accolta la richiesta di sospendere subito gli effetti del provvedimento, ma il Tar ha aperto alla possibilità di riesaminare l’intera vicenda alla luce di documenti finora non accessibili.
“Tutto deve essere messo sul tavolo, senza censure” – scrivono i giudici –, accogliendo in parte la linea difensiva dell’ex sindaco, che da mesi sostiene come la misura sia “ingiusta e dannosa”, non solo per lui, ma anche per l’immagine e la stabilità della città di Caserta.
I prossimi passi
Ora tocca al Ministero dell’Interno fornire le motivazioni dettagliate e documentate che hanno portato allo scioglimento. I prossimi 45 giorni saranno cruciali per delineare i contorni di un procedimento che potrebbe avere importanti ripercussioni politiche e istituzionali, anche in vista delle eventuali nuove elezioni.
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