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L’Ic De Amicis–Giannone, SCUOLE AL POLO NORD –  GUERRIERO SBOTTA: “QUI NON È DISORGANIZZAZIONE, È DISPREZZO”

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Sedici aule al gelo. Bambini con giubbotti, sciarpe e mani viola. Da un mese. Benvenuti all’Ic De Amicis–Giannone, dove l’inverno arriva prima del Natale e la scuola pubblica viene trattata come un fastidio collaterale.

Al primo piano della primaria almeno dieci classi sono senza riscaldamento per una perdita alle tubazioni della caldaia. Un guasto noto, segnalato, certificato. Eppure? Nulla. Il Comune promette, rassicura, “sta partendo l’impegno di spesa”, “stiamo acquistando i circolatori”, “interverremo entro la settimana”. Traduzione: se ne riparla a gennaio, perché venerdì per molti alunni sarà l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Al freddo.

E dire che i tecnici, dieci giorni fa, avevano parlato di un intervento rapido. Ma a Caserta la velocità è un concetto filosofico: prima viene la carta, poi i bambini.

Peggio ancora alla scuola media. Sei classi senza termoconvettori: non rotti, proprio inesistenti. La toppa? Stufe elettriche che mandano in tilt un impianto elettrico obsoleto. Risultato: salta la corrente, salta il riscaldamento, salta la pazienza. Gli impianti nuovi sarebbero “in arrivo”, ma nessuno sa quando verranno montati né se funzioneranno.

Nel frattempo, c’è anche il cantiere fantasma: lavori fermi da mesi, ditta in contenzioso col Comune per circa 600mila euro, gru portata via. Un segnale chiarissimo: qui non si riparte. E nessuno spiega nulla ai genitori.

La rabbia monta. Le segnalazioni pure. La diffida è dietro l’angolo.
«È inammissibile – denuncia la rappresentante d’istitutolina ferrara – che interventi noti da un anno vengano affrontati alla vigilia di Natale. I ragazzi passano ore in ambienti gelidi. È una vergogna».

E mentre nelle scuole si congela, al Comune scoppia la cabina elettrica per sovraccarico (colpa anche della pista di pattinaggio che era collegata alla centralina). Risposta dell’Ente? Divieto assoluto di stufette negli uffici, con minaccia di sanzioni. Insomma: negli uffici niente caldo “per sicurezza”, nelle scuole niente caldo per abitudine.

A mettere il dito nella piaga interviene l’aspirante sindaco Guerriero, che come al solito non usa giri di parole:

«Qui non siamo davanti a un disservizio, ma a una catena di omissioni. Bambini lasciati al freddo per settimane mentre il Comune si rifugia dietro la burocrazia. È una questione di priorità: se non riesci a garantire il riscaldamento nelle scuole, hai fallito nella cosa più elementare».

E rincara:

«A Caserta si accendono luci, piste, eventi, luminarie ma si spengono i termosifoni delle aule. Questa non è incapacità: è disprezzo per la scuola pubblica».

Il quadro è servito. Natale alle porte, bambini infreddoliti, genitori furiosi e un Comune che predica sicurezza ma non garantisce il minimo vitale.
Altro che emergenza tecnica: questa è una figuraccia politica, nuda e cruda.

 
   
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