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Macrico verde: ‘Occhio ai cementificatori casertani’

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CASERTA- E’ nata la Fondazione di partecipazione “Casa Fratelli Tutti”,  promossa dalla diocesi di Caserta per realizzare il processo di rigenerazione dell’area ex Macrico, aperta (diciamo) alla società civile, agli enti pubblici e privati, alle imprese, alle professioni, agli altri enti del Terzo Settore. “Nasce dal dialogo e dalla collaborazione con l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, guidato da don Antonello Giannotti, proprietario dell’area ex Macrico e motore fondamentale di questa iniziativa.  Il vescovo nominò, in quell’occasione i componenti del primo Cda che è così costituito dal presidente, monsignor Giovanni Vella, vicario generale della Diocesi a cui si affiancheranno quattro consiglieri laici; il notaio Paolo Provitera, il commercialista Vincenzo Parretta, la professoressa dell’Università Vanvitelli, Marianna Pignata ed Elpidio Pota, esperto in gestione di fondazioni al quale il Vescovo ha voluto fosse affidato il compito di segretario generale.

Oggi pubblichiamo, la nota stampa del comitato Macrico verde: “Negli scorsi giorni su nostra richiesta abbiamo ottenuto udienza con il presidente e il segretario della Fondazione “Fratelli tutti” riguardo agli sviluppi della situazione dell’area ex Macrico. Si è trattato di un incontro molto cordiale e collaborativo. Spiace però che la richiesta di poter discutere con gli incaricati della progettazione sull’area sia stata cortesemente respinta. E se valutiamo positivamente la notizia che circola dell’avere affidato allo studio di Renzo Piano e suoi collaboratori la progettazione, esprimiamo profondo rammarico dell’essere all’oscuro delle caratteristiche precise della commessa.  Aggiungiamo che abbiamo potuto rilevare un preoccupante scivolamento della Fondazione verso una progettazione che risponde alle caratteristiche di una qualifica dell’area come F3 (verde pubblico attrezzato) o F4 (parco urbano) che sono le medesime qualifiche che erano previste per tutti gli sciagurati e fallimentari progetti di questi ultimi 20 anni. Progetto Boeri e soci, progetto 150 anni Unità d’Italia, progetto Aereospazio. Non vorremmo che la Fondazione, pur con le migliori intenzioni, si lasciasse condizionare e illudere da quei modelli di sviluppo tipici delle cordate dei cementificatori casertani mai rassegnati a che l’ex Macrico divenga un autentico e semplice “verde pubblico” con il solo recupero del costruito esistente”.

Per questo motivo ribadiamo con forza e per l’ennesima volta che solo la qualifica di F2 (verde pubblico) offre indispensabili garanzie per il presente e per il futuro. Chi, tra la lobby dei cementificatori e quella dei politicanti, adombra difficoltà e ostacoli a questa semplice qualifica mente e sa di mentire e sappia che non rimarremo in silenzio né a Caserta, né a livello nazionale, né a livello delle istituzioni ecclesiastiche centrali. Né si illudano di ottenere sospensioni o cancellazioni di quei vincoli che a suo tempo facemmo porre sull’area e che oggi certo costituiscono un ostacolo ai famelici disegni dei nuovi faraoni desiderosi di profitto pur sotto la vernice dorata e rassicurante di opere sociali. Sarà forse per questo che i consiglieri comunali si rifiutano di dare all’area la destinazione di F2?  Nonostante la stessa proprietà e il vescovo Lagnese lo abbiano chiesto firmando una petizione e ribadito più volte con dichiarazioni pubbliche”

“Ritengo – afferma Messina ex assessore al Verde pubblico al Comune di Caserta – del tutto assurdo e privo di fondamento il contenuto del comunicato e per due buone ragioni. La prima: sia don Antonello che il vescovo Lagnese hanno a suo tempo firmato firmato la petizione per destinare l’area ad F2. La seconda: il Macrico è classificato, per il Prg operante (in vigore dal 1987) zona omogenea F9 (militare) per la quale le Nta testualmente prescrivono che “le zone F9, qualora dovessero essere dismesse dalle FF.AA, assumono automaticamente la destinazione di zone F pubbliche”; ergo, l’invocata classificazione F2 è già operante.  Per il Puc da approvare, il Macrico deve essere classificato: area di trasformazione per allocazione di funzioni pubbliche o di interesse pubblico nel rispetto delle superfici esistenti (urbanisticamente legittime, ovvero realizzate ante 1954) e con vincolo di destinazione a parco urbano delle aree verdi pertinenziali, prive di recinzioni”. Messina, poi, conclude: “Mi chiedo pure che fa il sindaco Marino? Sta acquattato ad aspettare? Ma il capo dell’amministrazione comunale è lui, o no? Mi chiedo: il Comitato Macrico Verde, che persiste nell’errore da oltre 20 anni, è una risorsa o un problema per questa città? Lo chiedo all’architetto Caiola e al prof Tanzarella in modo particolare”.

  
     
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