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Matacena se ne fotte delle polemiche e il centrosinistra lancia il nuovo gioco di società: ‘trova il certificato’.

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Aversa – Sta facendo discutere, e non poco, la durissima presa di posizione che il candidato sindaco di Aversa del movimento il Basilisco, Eugenia D’Angelo, ha assunto sul tema della trasparenza e dei relativi adempimenti elettorali. Partiamo dalla premessa. Nel comunicato, Eugenia D’Angelo segnala che le normative sulle pubblicazioni di programmi, curriculum e casellari giudiziati dei candidati non viene rispettata da tutti.
D’Angelo si riferisce chiaramente al candidato zanniniano Francesco Matacena e ai problemi registrati nello schieramento di centrosinistra.
In meno di 24 ore è dal centrosinistra che sono arrivate le repliche piuttosto piccate, del commissario del Pd Eugenio Marino e dell’ex sindaco Alfonso Golia. Il problema della coalizione, infatti, è legato alla irrintracciabilità degli atti per il Pd e per la lista civica La politica che serve.
Il commissario Dem respinge le accuse e invita la D’Angelo a ricordare quando, da candidata dem nel 2019, curriculum e certificati vennero pubblicati sul sito nazionale. “Il Pd è un grande partito”. Peccato che, però, quest’anno il Pd abbia scelto di derubricare le elezioni aversane da fatto ‘nazionale’ a vicenda ‘regionale’. Così, a differenza di 5 anni fa, il Pd ha cambiato destinazione della documentazione per la trasparenza.

L’ex sindaco Alfonso Golia, che in questa campagna elettorale sta facendo tutto il possibile per eclissare il candidato sindaco Mauro Baldascino (opera in cui riesce particolarmente bene complice l’impalpabilità dello stesso candidato ufficiale), ha risposto ugualmente piccato (con Eugenia D’Angelo che un conflitto politico e personale in cui Golia ha perso la poltrona e la faccia con il caso di palazzo Linguiti) ricordando a D’Angelo che, sempre nel 2019, tutti gli atti erano pubblicati sul sito alfonsogolia.eu come quest’anno sono comparsi quelli della sola lista ‘la politica che serve’.

Discorso chiuso per il centrosinistra. A questo punto tutti i giornali ritengono di aver esaurito il proprio compito riportando le diverse versioni della vicenda. Però, giusto per evitare confusione, due parole a margine vanno scritte per fare chiarezza.
Eugenia D’Angelo ha mosso una contestazione grave e precisa. Ha sbagliato oppure aveva ragione?
Con tutte le repliche del Pd e di Alfonso Golia si deve dire che Eugenia D’Angelo non ha avuto torto nella sostanza delle cose.

Partiamo dall’ex sindaco Golia che con la sua replica conferma le accuse dei suoi avversari politici di essere poco ‘avveduto’. Che c’entra il fatto che la documentazione elettorale per la trasparenza nel 2019 fosse correttamente pubblicata sul sito alfonsogolia.eu? Cinque anni fa Alfonso Golia era candidato a sindaco e, in quanto tale, aveva il dovere di pubblicare gli atti sul suo sito personale.
Cinque anni dopo, nonostante gli sforzi vanificati da una amministrazione finita in pezzi, Alfonso Golia è un privato cittadino che ha deciso di fare una lista elettorale e di schierarla nel centrosinistra.
A questo punto, se restiamo nell’ambito di quanto prescritto dalle istruzioni del Ministero dell’Interno e nelle linee guida dell’Anci (che prevedono che le pubblicazioni avvengano sul sito del candidato sindaco, o sul sito della lista, o su quello del partito nazionale o regionale o provinciale) bisogna dire che Alfonso Golia ha torto ed Eugenia D’Angelo ha ragione.

Del Pd si è già detto, e quello che si dirà vale per il Pd ma anche per tutte le altre liste che lamentano di aver adempiuto agli obblighi di legge. Pare quasi che rispettare la normativa sulla trasparenza sia un vero e proprio peso e non una garanzia per gli elettori.
Proprio per questo è necessario mettersi dalla parte giusta per valutare la questione trasparenza ad Aversa, cioè dalla parte del cittadino-elettore.
Se il lettore si immedesima nel cittadino di Aversa e vuole sapere qualcosa di più su chi si candida ad amministrare la città cosa fa?
Cerca il sito dei candidati sindaco, magari per non limitarsi ai social. Cercando nel pomeriggio di domenica 2 giugno i siti con il motore di ricerca più usato al mondo (google) utilizzando come parole chiave il nome del candidato e la parola sito, nella prima pagina dei risultati compaiono solo due candidati: Francesco Matacena (il cui sito, come vedremo tra poco, è fermo) ed Eugenia D’Angelo, rispettivamente in prima e settima poisizione. Non compaiono i siti degli altri due candidati (Antonio Farinaro e Mauro Baldascino).

Se un elettore del centrosinistra volesse visionare i curricula dei candidati della sua coalizione rischia di finire al manicomio. Per quelli di Movimento 5 Stelle e Centro Democratico dovrà andare sui siti nazionali dei due partiti, nella sezione elezioni trasparenti. Per visionare quelli dei candidati di Aversa Progressista, basterà raggiungere il sito del candidato sindaco Mauro Baldascino. Della politica che serve si è già detto, occorre consultare l’indirizzo personale dell’ex sindaco, oggi privato cittadino aversano. Infine il Pd. Se un elettore volesse vedere i curricula dei candidati dem si potrebbe rifare al precedente di cinque anni fa e andare nella sezione trasparenza del sito nazionale. Con suo grande rammarico scoprirebbe che non vi sono dati da Aversa 2024 ma solo quelli del 2019. Potrebbe provare sul sito del candidato Baldascino (o di quello del candidato ombra Golia) ma non li troverebbe. Quest’anno la ricerca, per questa categoria di smanettoni telematici democratici, finirà sul sito del partito democratico regionale. Ogni elezione un luogo diverso del web dove assicurare la trasparenza. E’ quasi come un gioco di società per il centrosinistra: trova il certificato e fatti la trasparenza. Tra l’altro, alla coalizione di centrosinistra manca qualche certificato sul sito del Comune (di cui si dirà a breve) compreso il casellario di Mauro Baldascino che, a differenza degli altri tre candidati a sindaco, non è stato pubblicato.

Tra tutti i candidati a sindaco, però, brilla lo ‘splendido’ presidente dell’ordine dei commercialisti di Napoli Nord, Francesco Matacena, protesi zanniniana che, sentendosi già vincitore date le 7 liste al seguito, non adempie agli obblighi di trasparenza e se ne fotte allegramente anche delle polemiche restando l’unico candidato ad essersi fatto entrare e uscire dalle orecchie le parole di Eugenia D’Angelo.

Ultimo capitolo di questa tragicomica vicenda è quello che riguarda il Comune di Aversa, giacché D’Angelo ha picchiato duro anche sulla mancata pubblicazione degli atti sul sito del Comune. Gli atti sono stati pubblicati nella sezione amministrazione trasparente. Mettendosi dalla parte del cittadino aversano, però, la destinazione, seppur corrispondente alle richieste di legge, non è esattamente agevole. L’accessibilità maggiore si otterrebbe pubblicando tutto nella sezione elettorale visitata, senza risultato, dai più. Inoltre, gli elenchi presenti sulla sezione amministrazione trasparente, non ci sono tutti i certificati dei candidati al consiglio di centrosinistra e mancano, come già detto, quelli del candidato sindaco Mauro Baldascino.

Fatto questo doveroso excursus sul caso politico-elettorale del giorno resta da dire che l’idea complessiva è che la trasparenza della politica aversana non sia molto trasparente.
Pare piuttosto un complicato dedalo dove tutti si sforzano di rendere più complicata l’accessibilità degli atti.
In questo alla D’Angelo non si può dare torto: la trasparenza non è una formula astratta e non deve essere un peso per le forze politiche che devono adempierne gli obblighi.

  
     
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