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Migliaia e migliaia di casertani hanno perso il beneficio degli sgravi Tari

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CASERTA – In questi giorni tra green pass, guerra e benzina un capitolo viene dedicato ai termini scaduti per accedere o per confermare il proprio status di contribuenti beneficiari di uno sgravio sulla tassa comunale sui rifiuti, o Tari che dir si voglia.

Nella delibera (pre elettorale) di giunta datata 18 giugno 2021, il Marino per gli amici Carletto sbandierava  quella che lui definiva insieme all’assessore al bilancio Gerardina Martino, una riduzione del 7% della Tari, compare la citazione dell’articolo 13 riguardante la disciplina degli esercizi commerciali o dei siti di produzione di beni e servizi e e dell’articolo 14, relativa invece alle abitazioni di residenza, la data del 28 febbraio, che c’è’ e si vede anche bene.
Carissimi lettori, quel regolamento avrebbe previsto, di li a pochi giorni, di lì al momento in cui sarebbe stato approvato dal consiglio comunale, che la richiesta di accesso agli sgravi si sarebbe dovuta reiterare ogni anno, entro e non oltre la data del 28 febbraio.
Ordunque, ricorrendo all’esempio della situazione più ricorrente, tutti i propriretari di un’abitazione con superficie di 40 metri quadrati, residenti da soli al suo interno e quindi beneficiari di uno sgravio del 30% sulla cartella Tari, devono, entro e non oltre il 28 febbraio di ogni anno, presentare la domanda per essere inseriti nell’elenco dei beneficiari, previa la presentazione della documentazione apposita.
Il Comune di Caserta, naturalmente, si limitò ad inviare un comunicato stampa in cui l’unica notizia precisa, corredata da una cifra era quella propagandistica e, per l’appunto, preelettorale, dell’abbattimento complessivo del 7% sul calcolo degli importi Tari.
Il resto del comunicato era un ammasso abbastanza informe di concetti sommariamente enunciati dall’assessore Gerardina Martino, dentro i quali c’erano anche generiche affermazioni riguardanti non  meglio precisate conferme degli sgravi già applicati negli anni precedenti. Insomma, non si capiva una cippa e l’unica cosa importante che bisognava scrivere era ovviamente assente. Nessun cenno, infatti (il comunicato  riletto anche in compagnia), alla questione del termine ed alla nuova disciplina del regolamento che attestava in capo ai cittadini-contribuenti ed incardinava l’onere di un’iniziativa di presentazione formale di istanza, per giunta da ripetere anno per anno.
Non ne parliamo poi neppure di quelli della Pubbliservizi i quali sono certosini  solo quando devono incassare i soldi. Una concessionaria che lavora in maniera appena passabile avrebbe dovuto scrivere una lettera a tutti i beneficiari degli sgravi Tari. L’avrebbe dovuto fare entro ottobre, massimo novembre 2021, avvertendo i contribuenti che il regolamento aveva reso più rigorosa, ribadendo in modo che se lo ficcassero bene in testa la citazione della data del 28 febbraio 2022. E invece da allora ad oggi, il Comune, Carlo Marino, l’assessore Gerardina Martino, incassata la vittoria elettorale e incassato soprattutto l’aumento delle loro indennità, arrivato a un livello vergognosamente vertiginoso in questo tempo di pesante crisi economica, se ne sono letteralmente fregati, oppure scrivendolo in maniera benevola, passat’ po cxxxx
Risultato: a fine febbraio solo una piccolissima percentuale delle migliaia di casertani beneficiari dello sgravio Tari sapevano dell’obbligo di ripresentazione della domanda per ottenerlo. E quei pochi che lo hanno saputo, magari 10 giorni prima della scadenza del termine, sono andati nella sede di Publiservizi e, in forza delle norme anti Covid, hanno guadagnato un bell’appuntamento fissato a 30 o a 40 giorni di distanza, cioè ampiamente dopo la scandenza del 28 febbraio.
In conclusione:  migliaia e migliaia di casertani di cui sopra hanno perso il beneficio e vedranno dunque aumentare l’importo della cartella Tari del 30% rispetto all’anno scorso.
Ora, siccome si tratta di un problema riguardante, ripetiamo, migliaia e migliaia di cittadini, siccome la situazione economica è totalmente disastrosa e di emergenza come dicono i nostri dittatori nazionali, sarebbe ii minimo per chi ancora una volta è colpevole di aver mostrato per l’ennesima volta un totale disinteresse nei confronti dei problemi della vita reale dei cittadini provvedere ad un’adeguata proroga, magari fino al 31 maggio e soprattutto ad una passabile campagna di informazione chiedendo agli assunti (anche quelli per grazia ricevuta) di Publiservizi di spedire quella lettera di avviso che avrebbe reso più digeribile l’imposta.
  
     
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