Egregio avvocato Giovanni Zannini, consigliere regionale nonché Presidente della Commissione Ambiente Regione Campania, sono bellissime le sue sostenitrici, un po’ meno la nuova centrale che l’Axpo sta per realizzare a Sparanise, Caserta, terra sua, popolo che le ha conferito la Palma del più votato, alla corte di Vincenzo De Luca.
Lei capisce, Avvocato Zannini, torri da settanta metri che spargeranno veleni sulla terra più avvelenata e tumorale della Campania. Sì, lei capisce anche che parliamo della società svizzera che gestisce malissimo ogni suo impianto, persino quando si tratta di scorie nucleari.
Lo so, lei è uomo intelligentissimo e brillante e conosce persino le compromissioni di qualcuno vicino all’Axpo con i narcotrafficanti sudamericani.
Lei comprende benissimo che nella nostra terra ci sono cinque malati di cancro, ogni quattro famiglie.
Lei mi comprende, anche se non dice una sola parola. Lei mi capisce, anche se non parla, non commenta, non si espone, rimane muto.
Lei capisce, ma non dice una sola parola, al cospetto dell’Axpo.
Voglio fidarmi di lei, pensando che deve leggere ancora le carte perché non ha tempo, impegnato tra una visita e l’altra nei Comuni dove sorgerà la centrale, per decidere chi dovrà candidarsi e chi no e, soprattutto, per scegliere le persone che non fiateranno davanti alla morte definitiva della Mia Terra.
Lei capisce che mi piomberanno addosso querele pesanti, ma non posso tacere, perché mi è rimasto attaccato un virus paterno: la libertà della dignità.
Le prometto di essere presente a ogni suo convegno sull’argomento e di farle queste domande, davanti a tutti.
Lei mi apprezza per questo, lo so!
Vero, Zannini?
Ah, Zannini, non cerchi il numero del mio editore: ho scelto di non averne, di guadagnare tre lire, invece di un robusto stipendio da caporedattore.
L’ho fatto per pochi motivi. Uno di questi è proprio la libertà di poterle fare queste domande, in nome e per conto della mia gente che lotta contro il cancro o è già morta per tumore.
Voleva, qualche suo amico, farmi candidare alla Regione Campania, assicurandomi la vittoria. Ho detto “no” perché ho una brutta malattia: mi piace la mia auto di seconda mano, sporca e con una marmitta difettosa. Detesto l’auto blu di servizio, della Regione, che pagano i cittadini.
Lei mi capisce, avvocato, consigliere, presidente Zannini.
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