Newsletter

Resta aggiornato su tutte le ultime news, gli eventi e le attività di Caserta Kest'è

Ultimi articoli

Nelle foibe gettati i fascisti e gli italiani non comunisti che erano considerati nemici del popolo di Tito.

Avatar Redazione
Home > Cronaca > Nelle foibe gettati i fascisti e gli italiani non comunisti che erano considerati nemici del popolo di Tito.

Oggi si ricorda la tragedia delle foibe. A Roma sarà deposta una corona all’Altare della Patria. Per commemorare il giorno della memoria saranno presenti nell’aula di Palazzo Madama: il Presidente del Senato Elisabetta Casellati, della Camera Roberto Fico e il Premier Giuseppe Conte. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si ricorda “ una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuiscono per superficialità o per calcolo il dovuto rilievo”.

A Caserta  il movimento giovanile del capoluogo, Gioventù Nazionale, di concerto con la coordinatrice cittadina Eliana Colamatteo e il membro del direttivo regionale Gianmichele Castello, ha voluto onorare il 10 febbraio, affiggendo un manifesto commemorativo “Foibe: colpevoli di essere italiani”, presso il monumento ai Caduti in via Unità Italiana.

Menzionando l’aspetto storico possiamo dedurre che: i massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni militari e civili, avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato secondo Dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Il nome si riferisce ai grandi inghiottitoi carsici, e quindi alle cosiddette “foibe” , dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.

“Il giorno del ricordo” istituito dal Parlamento nel 2004, ci fa rivivere una pagina tragica della nostra storia.

Ogni anno nel giorno del ricordo si torna a parlare di foibe: ma cosa sono? Dove si trovano, e perché le ricordiamo? Andiamo per ordine.

Le foibe sono delle grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria. Con il passare del tempo, però, il termine foibe è diventato un modo per descrivere i massacri ai danni degli italiani che si verificarono tra il concludersi della Seconda Guerra mondiale e l’immediato dopoguerra – precisamente tra il 1943 e il 1947 – per mano dei partigiani jugoslavi. Quella degli eccidi delle foibe è una storia dai connotati tragici, a lungo rimasta nel silenzio e solo negli ultimi anni portata alla luce. Per commemorare le vittime dei massacri delle foibe, nel 2005 è stato istituito il Giorno del Ricordo, giornata commemorativa che si celebra ogni anno il 10 febbraio.

FOIBE: RIASSUNTO

Per comprendere a fondo il fenomeno del massacro delle foibe bisogna andarne a ricercare le radici in quella secolare contesa tra popolazione italiana e popolazione slava per il possesso dei territori di Nord-Est, quelli dell’Adriatico orientale. È una disputa che vide il suo inizio con la fine della Prima Guerra mondiale, quando il confine tra Italia e Jugoslavia venne delineato dalla cosiddetta “linea Wilson”: gli slavi videro sottrarsi una cospicua fetta dell’Istria dagli italiani e circa 500mila slavi si ritrovarono a vivere in territorio straniero, sotto il dominio di un popolo a tratti oppressore. Non è difficile quindi immaginare il malcontento che le popolazioni slave iniziarono a covare, ma ciò in cui questo si trasformò è storia di brutalità che non si può comprendere, né giustificare.

FOIBE: STORIA

Una prima ondata di violenza esplose già durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, nel momento in cui, l’8 settembre 1943 l’Italia firmò l’armistizio con gli anglo-americani e i tedeschi assunsero il controllo del nord della penisola instituendo un governo fantoccio guidato da Mussolini. Fu a partire da quel momento che, in Istria e in Dalmazia, i partigiani jugoslavi iniziarono a rivendicare il possesso di quei territori, torturando e gettando nelle foibe gli italiani fascisti – e non solo. Con la fine della Seconda Guerra mondiale, gli attacchi si fecero via via sempre più violenti ed intensi: nella primavera del 1945, l’esercito jugoslavo guidato da Tito marciò verso i territori giuliani; l’intervento venne accolto con euforia dal popolo italiano che vide negli slavi, alla stregua di americani ed inglesi, dei liberatori.

FOIBE DEFINIZIONE

L’esercito di Tito, lungi dal voler aiutare l’Italia ed interessato solo a riappropriarsi delle zone che gli erano state sottratte alla fine della Prima Guerra mondiale, occupò invece Trieste e l’Istria, obbligando gli italiani che abitavano quelle zone ad abbandonare la propria terra. Molti furono i cittadini che vennero uccisi dai partigiani di Titogettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati. Gli infoibamenti si perpetuarono fino al 1947: l’esercito slavo si impadronì pian piano dell’Istria, operando una vera e propria pulizia etnica, obbligando gli italiani ad abbandonare la zona e sterminando coloro che decidevano di opporsi a tale violenza. Il massacro delle foibe iniziò a cessare solo a partire dal 10 febbraio 1947, quando la Jugoslavia riottenne le province di Fiume, Zara, Pola e di altri territori grazie al trattato di Parigi. L’Italia riuscì ad assumere pienamente il controllo di Trieste solo nell’ottobre 1954, vedendosi obbligata a lasciare l’Istria nelle mani della Jugoslavia.

GIORNO DEL RICORDO

Secondo le recenti stime, le vittime dell’eccidio delle Foibe furono tra le cinquemila e le diecimila: un dato di certo molto vago, frutto del silenzio che per circa un cinquantennio ha circondato il ricordo di tale massacro. Ad essere uccisi non furono solo fascisti e avversari politici, ma anche e soprattutto civili, donne, bambini, persone anziane e tutti coloro che decisero di opporsi alla violenza dei partigiani titini. Le zone colpite furono quelle del Venezia-Giulia e dell’Istria, in cui ad oggi sono state trovate più di 1700 foibe. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha deciso di dedicare la giornata alle vittime delle foibe, denominandola “Giorno del Ricordo”.

  
     
Avatar Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *