Una possibile svolta riapre il caso dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato nel 2010. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla difesa del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, ritenendo fondato il motivo centrale dell’impugnazione: l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza.
I giudici della Suprema Corte hanno condiviso le argomentazioni dei penalisti Ilaria Criscuolo e Agostino De Caro, mettendo in discussione i passaggi chiave dell’impianto investigativo che, circa un anno e due mesi fa, avevano portato all’arresto di Cagnazzo. Per questo motivo, la Cassazione ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Salerno, chiamato ora a una nuova valutazione complessiva del materiale probatorio raccolto dalla Procura.
Come noto, Cagnazzo era già stato scarcerato dopo quattro mesi di detenzione per assenza di esigenze cautelari. Ora, però, la pronuncia della Cassazione incide anche sul cuore delle accuse, ritenendo che non sussistessero le condizioni per l’adozione della misura cautelare, alla luce di un quadro indiziario giudicato non sufficientemente solido.
Il fascicolo torna dunque a Salerno, riaprendo di fatto il caso sul piano giudiziario. Intanto, resta fissata al 16 gennaio l’udienza davanti al gup del Tribunale di Salerno, chiamato a decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio di Fabio Cagnazzo in relazione all’omicidio di Angelo Vassallo. Una decisione che, alla luce dell’intervento della Cassazione, potrebbe ora assumere un peso decisivo.
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