SAN MARCO EVANGELISTA – Si chiamano Michele e Antonio Carrozza, rispettivamente di 57 e 31 anni, padre e figlio originari di San Marco Evangelista, i due uomini arrestati perché ritenuti responsabili dell’omicidio di Stefano Margarita, un 26enne di Secondigliano ucciso intorno alle 22 di ieri sera in viale della Libertà.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima aveva legami con i Carrozza per affari illeciti, in particolare truffe ai danni di persone anziane. Proprio la spartizione dei proventi di queste attività fraudolente avrebbe acceso la lite culminata poi nel delitto.
Stando a quanto riferito da fonti autorevoli e raccolto sul posto da CasertaCe, ieri sera Michele e Antonio Carrozza si trovavano nell’abitazione di un loro familiare: il nonno di Antonio e padre di Michele. Qui sarebbe scoppiata una discussione tra il 31enne e un gruppo di quattro giovani provenienti da Secondigliano, tra cui la vittima. La lite, partita con un acceso scambio verbale, è degenerata rapidamente in spintoni e infine nell’uso di un coltello.
Un dettaglio rilevante, secondo le stesse fonti, è che anche Michele Carrozza avrebbe preso parte attiva all’aggressione, circostanza confermata dall’arresto scattato non solo per rissa ma per concorso in omicidio. Resta tuttora aperto il dubbio su chi abbia inferto il colpo mortale: se il figlio Antonio o il padre Michele. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, infatti, ritiene ci sia stata almeno una responsabilità condivisa di entrambi.
A dare l’allarme sono stati alcuni residenti, spaventati dalle urla provenienti dalla piazza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118. Nonostante il trasporto d’urgenza all’ospedale di Caserta, per il giovane non c’è stato nulla da fare: è deceduto poco dopo il ricovero.
Nella notte si sono registrati momenti di forte tensione davanti al pronto soccorso, dove si sono radunati parenti della vittima e numerosi giovani arrivati da Secondigliano. Per evitare disordini, le forze dell’ordine hanno istituito un presidio fisso.
Le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona si sono rivelate determinanti per le indagini. Michele e Antonio Carrozza si trovano ora nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in attesa della convalida del fermo disposto dal sostituto procuratore Gerardina Cozzolino.
Pare inoltre che Antonio Carrozza avesse anche problemi di salute legati a forme di dipendenza.
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