CASERTA-La prima tappa casertana di Roberto Fico, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Campania, sarà ricordata negli annali. Non tanto per l’entusiasmo da debutto o per la cornice elegante di Palazzo Paternò, ma per le parole — e le contraddizioni — che hanno accompagnato l’avvio della sua campagna elettorale.
Fico ha dichiarato con tono solenne che nella sua Campania «non ci saranno termovalorizzatori» e che «tutte le discariche saranno chiuse». Un doppio applauso garantito, certo. Ma anche una domanda semplice, inevitabile, che nessuno in sala ha avuto il coraggio di porre: dove li mettiamo i rifiuti che produciamo? Ce li mangiamo, li ricicliamo per decreto o li rispediamo — a caro prezzo — negli impianti tedeschi, come accadeva nei tempi bui delle “ecoballe” itineranti?
L’ambientalismo d’ordinanza è sempre affascinante da ascoltare, ma governare la Campania richiede qualcosa di più di un titolo suggestivo da convegno. Soprattutto quando si parla di un territorio che, da trent’anni, vive sull’orlo di una crisi permanente del ciclo dei rifiuti e che, senza impianti moderni, rischia di tornarci dentro con entrambe le scarpe.
Ma la vera perla della serata non è arrivata da Fico. È toccato al senatore ed ex magistrato Federico Cafiero De Raho, che pare aver smarrito un po’ del fiuto da investigatore che lo rese celebre ai tempi della DDA. Nel suo intervento, De Raho ha infatti definito Nicola Cosentino il “grande casalese”, con un tono più da arringa che da comizio, dimenticando forse che Cosentino — piaccia o meno — è, insieme a Vanna Marchi, l’unico italiano che sta scontando integralmente la pena che gli è stata inflitta, senza sconti e senza scontatine di pena.
L’ironia, però, vuole che l’attacco sia stato lanciato in casa Cosentino. Sì, perché Palazzo Paternò, la raffinata cornice dell’evento, è tra le proprietà riconducibili proprio alla famiglia dell’ex sottosegretario all’Economia. Insomma: De Raho ha colpito il “grande casalese”… dal suo stesso salotto.
Una scena degna di una commedia napoletana, se non fosse che parliamo di politica regionale e di un candidato — Fico — che, salvo sorprese, si prepara a vincere le elezioni e a guidare una delle regioni più complesse d’Italia. E forse proprio per questo, al di là dei proclami e delle gaffe, sarebbe utile cominciare a parlare di come, concretamente, si intende affrontare la quotidiana emergenza rifiuti, i ritardi nei depuratori e le voragini dei bilanci comunali.
Perché tra le discariche da chiudere e i termovalorizzatori da bandire, resta un’unica certezza: in Campania, i rifiuti non spariscono per decreto, né per magia. E di slogan, a furia di sentirli, cominciamo ad averne la discarica piena.















Lascia un commento