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Provinciali, la corsa alla presidenza comincia con il caos firme per Pd e Moderati

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Con il deposito delle firme per la sottoscrizione delle candidature si apre la corsa per il rinnovo della presidenza della Provincia. Sono tre i candidati alla guida dell’Ente provinciale: da una parte il candidato del consigliere regionale Gennaro Oliviero -P.D. Antonio Mirra (sindaco di Santa Maria Capua Vetere), dall’altra il centrodestra con Angelo Di Costanzo (sindaco di Alvignano e già presidente della Provincia) e, infine, il candidato del consigliere regionale Giovanni Zannini, leader dei Moderati, Anacleto Colombiano (sindaco di San Marcellino). A poche ore dall’avvio ufficiale della campagna elettorale, però, la strada sembra essere in salita per il candidato del Pd e per quello dei Moderati.

Centrosinistra, il Pd deve dire grazie all’escluso Oliviero
La candidatura di Antonio Mirra, per quanto autorevole, non è esattamente quello che sognava la commissaria provinciale del Pd Susanna Camusso. La senatrice spedita da Elly Schlein nel tentativo di mettere pace e ricostruire il partito provinciale sembra aver toppato su tutta la linea. A partire da quanto successo nel capoluogo dove, dopo aver frettolosamente archiviato il proprio sindaco Carlo Marino (la cui amministrazione è stata sciolta dal Governo per il rischio concreto di infiltrazioni della camorra), si è proceduto alla rinascita di un circolo zoppo, senza il coinvolgimento della minoranza interna (nel caso casertano dell’ala moderata e mariniana, non a caso schierata alle primarie con l’ex Governatore Bonaccini contro Schlein). Il problema delle provinciali per il Pd, se possibile, è ancora più serio. A favore della candidatura di Mirra sono state presentate 320 firme di queste, però, solo 82 sono state raccolte tra i consiglieri ascrivibili al ‘campo largo’, cioè tra i consiglieri di Pd, M5S, Avs e Socialisti. Altre 26 sono state aggiunge dal gruppo di Luigi Bosco, attualmente rappresentate dal simbolo calendiano di Azione. Il malloppo vero e proprio delle firme, però, lo ha portato a Mirra proprio il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero che ne ha raccolte, da solo, 192. Siccome Oliviero è stato trattato come un appestato dalla Camusso, che non lo ha fatto iscrivere al partito, si comprende come il centrosinistra sia in preda ad un vero e proprio delirio con il Pd che esiste (senza Oliviero non si sarebbero raggiunge le 198 firme necessarie per candidare Mirra) grazie a chi è stato tenuto fuori dal partito.

L’incubo “regionali” per i Moderati
Di momento di profonda confusione si può parlare anche per il fronte dei Moderati, riconducibile al consigliere regionale Giovanni Zannini. La confusione moderata, in gran parte, sembra essere dovuta al solito iperattivismo dello stesso Zannini. Mentre Colombiano depositava 392 firme a sostegno della sua candidatura, il consigliere regionale si ‘esaltava’ parlando di 527 firme raccolte in giro per la provincia. Un numero che avrebbe dovuto far impallidire gli avversari e chiudere la partita ancor prima di cominciare la campagna. L’ammanco di oltre un centinaio di firme non sembra essere l’unica preoccupazione per Colombiano che affronterà queste elezioni di secondo livello con l’impossibilità di promettere, in maniera credibile, posti, incarichi e prebende. Il fronte Moderato costruito da Zannini, infatti, non può riuscire a soddisfare le esigenze di crescita politica e istituzionale che emergono dai 104 comuni della provincia di Caserta perchè sono semplicemente troppe le richieste rispetto alla strategia complessiva del mondragonese. In tal senso una delle preoccupazioni di Colombiano è quella di vedersi scippare i voti dei consiglieri che ambiscono a deleghe in provincia o a candidarsi alle regionali, sognando il grande salto verso il centro direzionale. Troppo ridotti i posti e i ‘premi’ disponibili, nell’uno e nell’altro caso, per poter fare una campagna elettorale spinta in maniera credibile. Per le candidature alle regionali sgomitano lo stesso Zannini (che attende di capire quale sarà il destino di De Luca) ma anche l’ex vicepresidente della Provincia Marcello De Rosa, capaci di raccogliere un numero di preferenze tali da annichilire qualsiasi altra ambizione a concorrere. A peggiorare il quadro per i Moderati c’è anche l’incubo di una azione della magistratura che possa colpire lo stesso Zannini che, in definitiva, è il garante e l’architrave della rete costruita negli ultimi dieci anni in provincia di Caserta. Non è un mistero che i magistrati stanno facendo terra bruciata attorno al mondragonese. A Caserta i due massimi esponenti zanniniani (Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale) sono stati spodestati e messi sotto processo prima ancora dello scioglimento dell’Ente. Allo stesso modo era stata spazzata via precedentemente l’amministrazione zanniniana di Sparanise (comune sciolto per infiltrazioni). Più recentemente il cerchio si è stretto ancor di più con le indagini sulle tangenti e con l’inchiesta che sta terremotando il cuore dell’impero zanniniano, con il mirino puntato sull’ex sindaco di Mondragone Virgilio Pacifico, sull’attuale vicesindaco Armando Marco Pacifico e sull’ex comandante dei vigili urbani David Bonuglia. Insomma malgrado l’iper-ottimismo mostrato nella fase di presentazione delle liste i Moderati si devono preparare ad affrontare un periodo turbolento e starà a Colombiano spiegare ai consiglieri della provincia che “tutto andrà bene”.

Il centrodestra sogna la rimonta con Di Costanzo
Ovviamente le prospettive di medio e lungo periodo non sono solo un problema dei Moderati. Anche Mirra, agli eletti di centrosinistra, non potrà offrire granché in vista delle regionali visto che il listino Dem sarà presidiato da Marco Villano (candidato di Stefano Graziano) e che c’è da risolvere il problema di Oliviero (che è presidente del consiglio regionale uscente) che potrebbe essere candidato nella lista dem anche da non tesserato. Sulla scarsa attrattività del centrosinistra e dei moderati punta tutto il centrodestra che deve affrontare il tradimento da parte del deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano che, in barba ad ogni criterio di coerenza politica, si è sfilato dalla coalizione ed è pronto a sostenere Colombiano così come faranno gli amministratori locali legati al senatore di Forza Italia Francesco Silvestri che dal comune di Arzano, dopo una vita passata a produrre materassi, ha deciso che il partito di Berlusconi in provincia di Caserta si dovesse accodare ai Moderati di Zannini e Colombiano che governano la regione con Vincenzo De Luca. In una elezione di secondo livello, però, contano le truppe elette e sia Cangiano che Silvestri non sembrano averne troppe a disposizione. Premesso che il danno collaterale della sbandata di Cangiano e Silvestro per Zannini potrebbe essere minimo, il centrodestra è intenzionato a fare quadrato attorno al sindaco di Alvignano Angelo Di Costanzo che ha già ricoperto il ruolo di presidente della provincia dal 2015 al 2017. Tra i tre candidati in campo Di Costanzo, è quello che potrebbe conquistare più indecisi visto che è l’unico che può essere credibile nella fase degli accordi con gli amministratori locali, pianificando la concessione delle deleghe e il supporto in vista delle regionali che né Moderati né dem possono garantire. Basterà? Non è detto ma è certo che la coalizione ci proverà fino in fondo contando anche sul supporto della Lega di Gianpiero Zinzi, deputato già in campo per ottenere la candidatura a Governatore per riportare la Campania al centrodestra.

  
     
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