Il grido d’allame dell’ass0ciazione Ckè: “Condizioni critiche, serve un intervento urgente per salvare l’ecosistema acquatico”
Caserta – Nuovo allarme ambientale per il Parco Reale della Reggia di Caserta. A lanciarlo è la coordinatrice Petrache che punta il dito contro le condizioni in cui versano le fontane, la cascata del Torrione e gli specchi d’acqua del complesso vanvitelliano.
Secondo gli attivisti, la situazione sarebbe estremamente preoccupante, tanto da mettere a rischio la sopravvivenza delle specie ittiche presenti: “La condizione attuale della fauna ittica all’interno del parco della Reggia desta profonda preoccupazione e richiede un intervento urgente e risolutivo”, ha dichiarato.
Un ecosistema in sofferenza
Alla base del degrado, viene segnalata una vistosa riduzione del flusso idrico, causata da una serie di concause tecniche e strutturali. Un problema che avrebbe favorito la proliferazione di alghe, con conseguente abbassamento dei livelli di ossigeno disciolto in acqua e un peggioramento complessivo della qualità dell’habitat.
“Queste condizioni – spiega il Prof. Di Martino – hanno creato un ambiente invivibile per molte specie ittiche. Non si tratta solo di un problema ambientale, ma anche di un danno all’immagine e al prestigio della Reggia di Caserta”.
Appello alla Direzione del sito reale
L’associazione chiede interventi immediati e trasparenti. In particolare, è stata inviata una formale richiesta alla direttrice della Reggia, Tiziana Maffei, affinché venga chiarita pubblicamente “la strategia che si intende adottare per salvare i pesci presenti, ripristinare livelli adeguati di ossigenazione, migliorare la qualità delle acque e mettere in sicurezza l’intero sistema idrico”.
Un appello che arriva in un momento delicato per la gestione del complesso monumentale, già sotto osservazione per altre criticità legate alla manutenzione e alla sostenibilità del parco.
L’associazione Altritalia auspica ora un confronto aperto tra istituzioni, esperti ambientali e associazioni per affrontare in modo strutturale una questione che, oltre alla tutela animale, coinvolge la conservazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
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Ripristino della portata idrica ottimale, con verifica delle adduzioni e dei sistemi di deflusso.
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Ossigenazione artificiale localizzata per tamponare l’ipossia nelle vasche più compromesse.
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Rimozione delle biomasse algali in eccesso con mezzi a basso impatto.
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Analisi dell’ittiofauna e, se necessario, piani di traslocazione temporanea di esemplari a rischio.
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Implementazione di un piano di gestione ecologica a lungo termine, integrato con la tutela del bene monumentale.
Un appello alla competenza tecnica
L’associazione auspica che il caso Caserta possa aprire un confronto più ampio a livello nazionale sulla gestione degli ecosistemi artificiali nei siti culturali storici, spesso trascurati nella pianificazione ordinaria.
“Servono figure competenti, risorse dedicate e una visione strategica che tenga insieme tutela ambientale e valorizzazione culturale. La crisi della fauna ittica nella Reggia è un esempio emblematico di come la manutenzione ordinaria non possa più prescindere dalla scienza”, conclude il segretario Di Martino.
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