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Sedi di partito vuote: simboli di potere senza popolo

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CASERTA – Le insegne luminose resistono, le targhe con i nomi dei segretari restano appese alle pareti, ma dietro quelle porte spesso non c’è più nessuno. E quando qualcuno c’è, non di rado usa quei locali come ritrovo privato, a rullare la canna, lontano anni luce dalla funzione per cui dovrebbero esistere.

Le sedi di partito, un tempo luoghi di confronto, ascolto e partecipazione, oggi appaiono come scatole vuote: serrande chiuse, stanze polverose, aperte solo in occasione della foto di rito o per la passerella di qualche dirigente calato dall’alto in piena campagna elettorale.

I cittadini cercano risposte, ma trovano silenzi. E chi si illude di trovarvi un referente disponibile ad ascoltare, spesso deve accontentarsi di un lamento mediatico sulla malamovida o sugli episodi di microcriminalità, dimenticando che nel loro stesso partito siede un ministro con responsabilità dirette in materia. Una politica che preferisce le chiacchiere ai fatti, i post ai progetti, i comunicati ai cittadini.

Il risultato è evidente: comunità disilluse, giovani sempre più lontani dalla vita pubblica, quella manciata che resiste per associazionismo per riscuotere fondi pubblici ed essere indagati. La cosa grave in virtù di ciò che i cittadini casertani che non si sentono rappresentati. Le sedi di partito, anziché essere laboratori di democrazia, sono diventate reliquie immobili, utili soltanto come indirizzo in calce a un comunicato stampa.

“La politica che non scende in strada, che non si mette accanto ai cittadini vessati da imposizioni e problemi concreti, è una politica sterile e autoreferenziale – afferma il candidato sindaco Guerriero –. Non bastano simboli e slogan: servono volti, presenze, responsabilità. Io invito tutte le anime, indipendentemente dall’appartenenza, a un tavolo per discutere non di chi ma di cosa fare e come farlo per la nostra città. Basta calate da Roma: la mia città è il centro, la capitale vera.”

Guerriero richiama tutti alla partecipazione: “Fuori i nomi degli aspiranti sindaci, conosciamoli in pubblico, torniamo ai comizi nelle piazze. Io ci ho messo la faccia, da sempre, anche quando in pochi mi credevano utile. E purtroppo il tempo mi ha dato ragione. Ora scriviamo la storia insieme: questa volta tutti al voto, senza alibi. Riconoscete chi è stato coerente, chi non vi ha mai voltato le spalle. La vostra voce può finalmente pesare.”

Serrande abbassate e stanze deserte hanno già dato la loro risposta: una politica lontana dai cittadini. Ora tocca a Caserta scriverne una diversa

  
     
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