È stata identificata un’organizzazione criminale composta da un poliziotto in servizio all’Ufficio immigrazione della Questura di Napoli, tre suoi colleghi ed ex colleghi, tre immigrati algerini, due tunisini ed un cinese, che si occupavano di vendere permessi di soggiorno agli immigrati, per una ricompensa di oltre 3mila euro. C’è anche un poliziotto casertano, originario di Capua, tra le sette persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Napoli. Per F.S., agente in servizio alla Questura di Napoli all’ufficio immigrazione, si sono aperte le porte del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
Durante le indagini sono state accertate 136 pratiche svolte da questa banda ma, in un’intercettazione, uno degli indagati aveva detto che di immigrati “ne abbiamo fatti entrare a migliaia”.
Quindi, il Gico della Guardia di Finanza e la Squadra Mobile di Napoli hanno eseguito per ora sette arresti, di cui due ai domiciliari, ma in totale gli indagati sono dieci. La Dda di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta condotta dai pm Catello Maresca e Maria Di Mauro, ha anche eseguito decine di perquisizioni domiciliari.L’organizzazione criminale è stata scoperta a partire da un’indagine sul terrorismo islamico: la Procura di Roma nel Giugno 2016 aveva segnalato dei trasferimenti di denaro attraverso le Agenzie di “money transfer” da parte di un algerino in Francia, Belgio, ed altri Paesi dell’Ue. Questo fatto, aveva permesso di risalire ad un altro algerino residente in Belgio, il quale era legato al terrorista dell’Isis Abdelhamid Abaaoudnetwork dei permessi di soggiorno falsificati, pronti per essere venduti.
Gli investigatori hanno trovato alcune agende dove erano scritti i prezzi: dai 50-100 euro per un’informazione, si passava ai 3 mila euro per un permesso di soggiorno.
Il permesso di soggiorno veniva rilasciato utilizzando falsi certificati di residenza che venivano a loro volta rilasciati dall’algerino Faycal Kheirallah, 42 anni, chiamato “Capo”. 330 richiedenti risultavano residenti nel Cimitero di S. Maria del Pianto, a Napoli.
Dei documenti falsi invece si occupava un algerino Ahmedi Khemisti, detto “Zidane” che era già stato arrestato nel novembre 2018 dalla Polizia Locale perché in un locale di Poggiomarino, era stato trovato in possesso di migliaia di documenti falsi.
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