di Anna De Luca
Ahi questa nostra società bipolare , spendiamo fiumi di parole e programmi indirizzati a questa nostra gioventù anaffettiva , non empatica , sui valori portanti da trasmettere per una società inclusiva , relazionale , sul rispetto dell’anziano ,per i portatori di handicap e poi……..basta un microrganismo per far crollare tutto .
“ E’ morto il paziente contagiato da coronavirus ma era anziano, un’ altro pure è morto ma era anziano , l’altro invece morto era un oncologico” Questi “ ma” che ascolto e leggo mi fanno spavento più del coronavirus .
Ieri è stato l’anziano , oggi l’ammalato oncologico , domani potrebbe essere un portatore di handicap , dopodomani un altro soggetto che non rientra nei canoni di benessere psico -fisico di questa nostra società , basata solo sull’efficientismo – prestanza, immagine .
Il “ma “ equivale a “scarto”, non “produttivo” , “ destinato all’ eliminabile”. Tutti possono star tranquilli , allora , tanto il morto da coronavirus rientrava in questa categoria .
Questo coronavirus è letale , non per la sua virulenza , ma perché corrode , sbriciola quella patina di apparenza , di buonismo, e porta fuori quel germe terribile e temibile dell’individualismo, della competizione – homo lupus homini
I ragazzi , i giovani ci guardano, ascoltano e giudicano tutto quello che facciamo e diciamo.
Non meravigliamoci , allora , se prendono il nostro esempio , di questa strana nostra umanità se così ancora si può definire .
I giovani sono la nostra fotografia e questo coronavirus sta mettendo in risalto la posa peggiore di ognuno di noi.
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