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Chi scappa all’alt non è vittima

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È una tragedia che la magistratura si lasci influenzare dalle sequenze concitate di un video messo in onda dalla tv. Dopo la trasmissione del filmato (foto sopra), l’accusa nei confronti del carabiniere al volante della pattuglia Volpe 60 potrebbe infatti aggravarsi: dall’omicidio stradale all’omicidio con dolo eventuale. In caso di condanna, la pena di riferimento passerebbe infatti da 2-7 anni a non meno di 21, come l’omicidio volontario. Ma è assurdo perfino parlare di omicidio stradale, reato che riguarda “chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”.

Ramy Elgaml, 19 anni, era seduto dietro. E il suo amico Fares Bouzidi, 22 anni, anche lui indagato per omicidio stradale, era alla guida di un grosso scooter. Avevano forzato due alt dei militari e stavano scappando da una ventina di minuti. Venti minuti. Tre pattuglie dei carabinieri, tra le quali Volpe 60, stavano provando a fermarli. Facevano il loro lavoro istituzionale, immaginando forse che i due ragazzi nascondessero chissà che cosa, per fuggire con così tanta determinazione. Se proprio il carabiniere alla guida deve essere indagato, anche a sua tutela, per l’accertamento dei fatti, l’ipotesi dovrebbe semmai essere contenuta nell’omicidio colposo: “Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.

L’indagine e il silenzio del procuratore Marcello Viola

La morte di un ragazzo è sempre una tragedia. Per i suoi genitori, per i suoi amici, per tutti. Ma lo sarebbe anche accettare che l’attività della magistratura sia facilmente influenzabile dalla pressione sociale. E perfino dai social. Le immagini mandate in onda fanno parte del fascicolo di indagine: allora perché non ipotizzare subito il reato più grave e non soltanto dopo la diffusione del video, che proprio i carabinieri avevano consegnato alla Procura?

Le frasi sotto accusa rivelano la tensione dell’inseguimento

Le frasi pronunciate dai militari durante l’inseguimento sono indecenti, se le ascoltiamo seduti a tavola o sul divano davanti alla tv: “Vaff… non è caduto”, dopo un tentativo di speronamento per fermarli (nella foto qui sopra). “Chiudilo, chiudilo, chiudilo che cade. Nooo… non è caduto”, quando Fares e Ramy si infilano tra un Suv e le auto parcheggiate. “Via Quaranta-Ortles son caduti”, avverte via radio un carabiniere indicando il luogo. “Bene”, risponde un collega.

 

  
     
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